sabato 15 agosto 2015

Tradire... questa volta gioco da sola. - di Laura

I pensieri s’incrociano e confondono nella testa; parole, immagini, suoni, colori, odori. Tutto un
Rifletto sulla mia vita e sul nostro rapporto di coppia. Lui mi ama e per questo mi lascia libera di gestire la mia sessualità come meglio credo, senza restrizioni, senza remore. Il tutto unito al suo piacere di vedermi in “certe situazioni” ed al mio latente esibizionismo.
Latente?
Forse il termine non è del tutto adeguato.
Mi ritrovo a pensare alle sue parole, alle azioni. Alle nostre parole ed azioni.
Se tiro le somme mi accorgo che il mio attuale modo di vivere il sesso non mi appartiene completamente, lui mi ha lentamente, dolcemente, implacabilmente, portata ad essere così. Perché mi voleva così, è evidente!
Ora mi domando se si è limitato a liberare un mio aspetto nascosto o se mi ha trasformata nella donna che voleva.
Certo fedele non lo sono mai stata, ma cauta sì. Non ho mai palesato le mie “distrazioni”, anzi ho sempre badato a celare ogni minimo dettaglio, a far combinare orari, situazioni e quant’altro. Certo non era facile, sicuramente stressante; non al punto di rovinare il piacere di queste piccole avventure ma tale da allentare in certi casi la carica erotica iniziale.
Poi è arrivato lui e tutto è cambiato.
Perché?

Il suono di un messaggio in arrivo sul cellulare mi distrae, lo cerco nella borsetta e leggo: “Scusa, scusa, scusa! Sono ancora in ufficio. Non riesco a raggiungerti.”
“Paola non si smentisce mai!” penso mentre digito velocemente la risposta: “No problem. Ricordati di Lunedì!!!”
Meglio così, a causa dei miei pensieri preferisco stare sola, terminare l’aperitivo e tornamene a casa.

Le mie mosse con il telefono però non sono passate inosservate.

- Ti hanno dato buca? – domanda una voce suadente alle mie spalle.
- “ E cosa vuole questo adesso?” - mi domando ma rispondo – “Sì, pare di sì”

Ruoto sullo sgabello per voltarmi e vedo il solito tipo ben vestito, abbronzato, semi palestrato, sorridente, che con fare sciolto attacca discorso. Più per educazione che per interesse accetto le sue attenzioni, lo ascolto e rispondo alle sue domande generiche senza mai domandare nulla di lui.
Le solite frasi, i soliti doppi sensi, i soliti tentativi di approfondire la conoscenza.
Sollevo gli occhi dal bicchiere e lo porto sui suoi, attendo qualche istante per vedere se distoglie lo sguardo quindi lancio la mia sfida:

- Stai cercando di portarmi a letto? – domando all’improvviso

Lui arrossisce, deglutisce due volte, poi conferma:
- Sì, lo ammetto!
- Cosa ti fa pensare che io sia disponibile? – poiché non risponde continuo – È per come sono vestita, per il modo di bere o perché hai notato che chi aspettavo ha cancellato l’appuntamento?

Lui arretra di un passo indeciso se andarsene o salvare in qualche modo la faccia.

- I tuoi occhi! – risponde ad un tratto.
- I miei occhi? – domando stupita – Cosa dicono i miei occhi?
- Lussuria! – risponde di rimando

Chissà come avrà fatto a vedere la lussuria nei miei occhi quando stavo pensando ad altro?

- Quindi ritieni che i miei occhi lussuriosi fossero in cerca di un uomo con sui passare la serata?
- No, vi ho solo visto la lussuria fine a se stessa e mi son precipitato per conoscerti.

Di tutti gli approcci che ho subito o cercato sino ad oggi questo si stava facendo interessante per la sua assurdità.

- Non sono libera, lo sai? Cosa ti fa credere che non stessi pensando al mio uomo?
- Strano… ti muovi come una donna senza impegni sentimentali.
- Cosa intendi dire? – domando incuriosita
- Non so… è una sensazione difficile da spiegare ma che ho colto in te. Forse è per come stai seduta, per come appoggi le labbra sul bicchiere, per come sorridi ai tuoi pensieri… sembri una donna che è abituata a decidere da sola della sua vita.
- Bella analisi, è la frase che dici a tutte oppure ti è venuta in mente per l’occasione? – certo che non lo sto aiutando.
- Mi è venuta in mente guardandoti! – sorride poi aggiunge – Posso? – indicando lo sgabello libero dinanzi a me.


Accetto e cambio espressione.

- Quindi hai pensato: “ecco lì seduta da sola una bella ragazza infedele che sta aspettando il suo cazzo di turno”? vero?

Queste parole lo sconvolgono, ho deciso di spiazzarlo e nulla di più che le frasi dirette di una donna riescono a spiazzare un uomo.

- No… io.. no!
- Ok, non hai pensato che ero una bella ragazza!
- No, non ho pensato che stessi cercando…
- Sesso?
- Sì!
- Allora perché hai attaccato discorso con me?
- Per conoscerti!
- E per portarmi a letto…
- Forse…

Sorrido e torno all’attacco.
- Quindi hai pensato che sono una bella ragazza… se escludi il resto della mia domanda rimane questo!
- Sì!
- E cosa ti ha attratto di me?

Lui sposta lo sguardo sulle gambe fasciate dalla corta gonna che scendono dallo sgabello e riconosce:

- Le tue gambe… ed il sedere!

Non riesco a trattenere una risata sensuale come mi succede ogni volta che ricevo un palese complimento.

- Queste gambe? - domando ruotando verso di lui e dischiudendole lentamente.
- Sì!
- E cosa hai pensato guardandole?
- Che sono belle, lunghe e sottili…
- E poi?
- Che….
- Avanti! – insisto fissandolo negli occhi.
- Che devono essere uno spettacolo aperte!

Questa frase provoca un immediato brivido nel mio ventre, spero non se ne accorga!
Lascio scivolare la mano sulle pelle delle cosce, all’interno attraendo i suoi occhi che guido sino all’orlo della gonna.

- Quanto aperte? – sussurro
- Il giusto. – si salva lui, ma insisto. Ora che ho iniziato a giocare non riesco più a fermarmi.
- Aperte davanti, sopra o sotto di te? – domando maliziosa
- Credo che siano spettacolari in ogni modo…
- Per quello che ci sta in mezzo immagino?
- Anche!

Oddio ho trovato un feticista dei piedi e delle gambe, penso.

- Credi che io stia pensando di venire a letto con te? – domando
- Non lo so ancora… penso che tu stia giocando con me.
- Bravo! – ammetto con un sorriso.
- Posso insistere?
- Puoi! – confermo

Mi sistemo più comoda e aspetto le sue mosse con uno strano formicolio all’inguine.

- Hai progetti per la serata? – domanda lui
- Sì, tornare a casa dal mio uomo.

Lui perde immediatamente quell’espressione sicura che aveva, quindi continuo:

- Tra almeno un’ora…
- Bene! – afferma lui con un rinnovato sorriso.
- Pensi di riuscire a sedurmi in tempo?
- No, penso che tu riuscirai a sedurre me! – afferma lui

Ma tu guarda questo…

- Cosa ti fa pensare che voglia sedurti? – domando divertita
- Il tuo desiderio di avvinghiarmi tra le gambe mentre mi muovo lentamente dentro di te… - sussurra lui.

Improvvisamente si forma nella mente l’immagine dei nostri corpi legati nell’amplesso descritto, il ventre mi si contrae più volte mentre mi chino verso di lui.

- Spinte dolci ma decise, appassionate e profonde?
- Come piace a te! – conferma lui

Ok, sono pronta!
Sento un piacevole calore nella mia zona inguinale insieme ad un doloroso senso di vuoto nel ventre.
Di nuovo in gioco, ancora una volta pronta a tradire e infilarmi nel letto di uno sconosciuto, aprire le gambe e prendere dentro di me il suo sesso sino a godere entrambi l’uno nell’altra. Allora sono proprio fatta così. Sono io ad essere perversamente troia dentro?
O semplicemente non so rinunciare al piacere, ad una nuova esperienza?
Perché mi son lasciata trascinare in questo gioco di cui conoscevo già il finale?
Perché mentre gli sorrido divarico le gambe quanto me lo consente la gonna?
Posso ancora fermarmi, posso allontanarmi, posso fare tante cose ma faccio l’unica possibile per me: scivolo giù dallo sgabello e mi porto dinanzi a lui.

- Hai un posto dove andare?
- Sì!

Prendo la sua mano e mi lascio guidare fuori dal locale mentre penso: “Luciano… mi hai solo liberata da ogni inibizione!”

Pochi istanti e sono nel suo appartamento, la mia gonna giace sul pavimento dinanzi al letto dove lui completamente nudo mi guarda mentre termino di spogliarmi.
Nuda mi pongo dinanzi in piedi e divarico le gambe tese.

- Sono queste gambe che volevi?
- Sei bellissima, tutto di te è…
- Queste gambe... - insisto carezzando l'interno delle coscie - Le apro spesso... ma non a tutti, mi vuoi?
- Vieni qui! – dice indicando il letto.

Salgo sul materasso e a carponi vado sopra di lui, mi sistemo a cavallo del suo bacino e mi appresto a scendere.

- Aspetta! – mi chiede

Rimango immobile sulle ginocchia, eretta sopra il suo sesso ad assaporare il tocco delle mani.

- Lasciati guardare prima…
- Prima di cosa?
- Prima di perdermi dentro di te…
- Guardami!

Sorrido e mi inclino verso di lui offrendo il seno alla carezze. Pare davvero estasiato da me e questo mi stupisce oltre che, naturalmente, eccitarmi.
Lentamente inizio a scendere divaricando le gambe sino a poggiare il pube sul suo sesso eretto. La pressione delle mie labbra umide che scivolano sull’asta lo spingono a gemere.

- Ora ti voglio dentro! – gemo

Porto il pube sin oltre il glande poi arretro lentamente, lo sento puntare sulla vagina, spingere e scivolare verso il punto giusto. Senza fretta attendo che mi apra leggermente quindi scivolo ancora indietro facendomi penetrare. Entra in me senza sforzo tanto sono eccitata, lo percepisco chiaramente dilatare la mia carne e colmare, finalmente, quel pietoso senso di vuoto che sentivo nel ventre. Chiudo gli occhi ed inizio a muovermi sopra di lui, mi piace!
Lui cerca la mia bocca ma non voglio i suoi baci, mi basta ciò che ho dentro e le sue mani ovunque sul mio corpo.
Dopo i primi istanti di incontrollata ricerca della sua carne dentro di me inizio a calmarmi a godermi meglio le sensazioni che provo.
Poggio le mani sul suo busto e raddrizzo la schiena senza però interrompere il movimento delle anche.

- Non volevi sentire le mie gambe avvinghiate a te mentre…
- Tutto ciò che vuoi!
- Avanti… dimmi cosa vuoi farmi!

La sua mano si porta direttamente sulle labbra della vagina aperta intorno al suo membro e lascia scivolare un dito sul clitoride.
Gemo di piacere mentre lo sento affermare:

- Godere… voglio farti godere e guardare il tuo viso mentre vieni!

Non lo posso deludere: sto godendo!
Sono in preda a violente fitte di piacere e tentata di raggiungere l’orgasmo quando mi torna in mente quell’immagine di me sotto di lui.

- Vieni sopra! Montami!

Mi sollevo e scivolo distesa sul letto. Lui geme ma poi mi cerca. Come lo sento muoversi divarico le gambe.

- Aperte così le hai sognate?
- Sì! – ammette mentre si sistema tra di esse e mi penetra.
- Sì! Dammelo tutto! - gemo di piacere

Entra in me con un deciso colpo di reni scivolando sulla mia umida lussuria (quella che vedeva nei miei occhi. Nda). Rimango immobile a godermi le sue spinte regolari poi riprendo a muovermi con lui, le ripetute contrazioni del bacino che mi fanno chiudere quando lo sento entrare generano un piacere incontrollabile in noi.

- Non ti fermare! - lo imploro
- Ti piace! - osserva lui
- Sì! - rantolo mentre lui affonda in me.
- Così? - domanda lui dopo un altro affondo deciso che mi fa sobbalzare.
- Sì! Ti voglio dentro! - gemo
- Sei splendida! - osserva lui con la voce roca
- Vengo! - urlo

Il desiderio di esplodere nell’orgasmo guida i nostri movimenti ma non prende il sopravvento sul lento e regolare ritmo che ci siamo imposti. Il piacere sale lentamente, posso, possiamo, coglierne ogni dettaglio. La pelle sudata, l’odore del nostro sesso, il suo respiro che si unisce al mio e i suoi decisi, lenti, dolci affondi nella mia carne.
Una fitta di piacere quasi doloroso tanto intenso mi fa trattenere il respiro, allora porto le gambe sui suoi lombi e le incrocio trattenendolo contro di me tanto che quasi non riesce più a muoversi. Sono io a muovermi sotto di lui sino a godere di un piacevolissimo orgasmo.

- Lasciati andare! – gemo tra uno spasmo e l’altro.

Finalmente lo sento venire, contrarsi e spingersi a fondo nel mio ventre per godere. Un onda calda si spande in me, mi invade e mi colma.

Quando rilascio la presa delle gambe lui scivola via e crolla al mio fianco con il respiro irregolare.
Volta il viso verso di me stravolto dal piacere e vi legge la stessa espressione sul mio.

- Incredibile! – lo sento mormorare.

Sorrido nel languore mentre gli occhi notano il pene rilassato, bagnato dai miei umori e dal suo seme.

- Credici! – gli sussurro.
insieme di sensazioni che mi confonde e trascina in un pozzo di cui non scorgo il fondo.

Arretro sino a poggiare la schiena sul cuscino e fisso il mio ventre, lentamente la mano scende verso il pube dove raccolgo il rivolo di sperma che fuoriesce dalle labbra e sollevo la mano mostrandoglielo.

- Credici... ti ho dentro di me!

Tradire - di Laura

Mi guardo allo specchio mentre, con il ventre incavato ed il seno spinto in vanti, mi allaccio il
Non comprendo questa sensazione, non è naturale. Se osservo i miei occhi noto l’accenno di due borse dovute alla stanchezza. Questa notte ho dormito poco, il mio uomo era finalmente a casa ed ho potuto saziare la mia voglia di lui. Abbiamo fatto l’amore per buona parte della notte, un amplesso lento, dolce, intimo come solo con lui riesco ad avere. Un solo orgasmo ci ha saziati e distrutti fisicamente.
Ora sono qui che mi preparo a tradirlo ancora una volta.
Ma come si può parlare di tradimento quando lui sa dove sto andando e cosa farò nelle prossime ore?
Lui sa tutto di me, mi conosce come nessun altro uomo mentre io non so quasi nulla di lui. Non so cosa fa quando è via ufficialmente per lavoro. Non so se ha un’altra donna o più di una, non lo voglio sapere anche se lui mi ha vista a letto con un altro e mi ha fissato negli occhi mentre godevo con il membro di un altro dentro, ha ascoltato il suono della mia voce che gli narrava ogni singola sensazione che provavo apparentemente senza emozione alcuna, senza la minima traccia di gelosia o di brama di possesso nei miei confronti. In poche occasioni ho notato una luce diversa nei suoi occhi, un sentimento per me indecifrabile che ho colto solo quando il mio ventre ha accolto il seme di un altro uomo.
Strano rapporto il nostro, forse siamo amanti o semplicemente due amici che fanno sesso.

Le calze scivolano sulle gambe e le distendo con cura, meccanicamente, mentre seguo questi pensieri. Prendo la gonna che ho scelto e sto per infilarla quando ci ripenso. La ripongo sul letto e la studio per qualche istante, è un bel capo e mi sta bene indosso ma, anche se corta, è troppo “seria”.
No, questa sera non voglio vestirmi nel solito modo.
Le calze vanno bene ma il resto no; quindi prendo un ridottissimo tanga ed una guepiere dello stesso colore. Mentre sfilo via gli elastici reggicalze sorrido. L’indosso e la stringo con cura, quindi mi guardo allo specchio; sì mi piaccio!
Cerco nell’armadio quella gonna corta che ha uno spacco al limite della decenza che non uso quasi mai, quindi una giacca leggera che non stoni con il tutto. Con la giacca aperta si nota benissimo il bustino sotto, non è la solita finta guepiere che si può indossare come una maglia, questa è diversa: più scollata con una lunga serie di lacci che la trattengono a stento e… è molto trasparente. Le coppe si possono facilmente rivoltare per trasformare il reggiseno in un balconcino, mi soffermo solo per un istante su questa ipotesi poi, sorridendo, la metto in atto. Mentre abbottono la giacchetta sento il tessuto premere sui capezzoli, una sensazione strana se penso che sto per uscire. Apparentemente elegante grazie alla giacca, ma chiaramente in cerca di sesso se ci si sofferma sullo spacco della gonna e ciò che sta sotto la giacca.
Prendo la borsetta e cerco il cellulare, mentre cerco nella rubrica mi sorge il dubbio d’aver esagerato, di essermi conciata come la donna che non sono. Compongo il numero ed attivo la chiamata video.

- Ciao amore!
- Ciao! – Risponde lui – Stai per uscire?
- Sì…
- Mmmm… fatti vedere!

Ripongo il telefono sul cassettone poggiandolo al muro in modo che rimanga verticale, quindi mi allontano di un passo e ruoto due volte sui tacchi per farmi vedere, quindi fisso maliziosa la camera e mi apro la giacca.
La sua immagine sul display è troppo piccola per coglierne l’espressione, ma so d’averlo colpito.

- Che te ne pare?
- Sei bellissima!
- Davvero?
- Sì!
- Cosa vuoi che faccia!
- Tutto!
- Come sempre. – gli faccio notare.
- Chiamami.
- In video?
- Se puoi… sì!
- D’accordo.

Mi avvicino al telefono per scollegarmi poi mi viene un dubbio.

- Tu…
- Sì?
- Tu sei solo?
- Ora sì.

E chiude così il discorso.

Esco di casa con la mente svuotata d’ogni pensiero, meccanicamente chiudo la porta a chiave e mi dirigo verso il garage senza prestare attenzione alle scale, alle porte o alla mia automobile. Come se fossi guidata da un filo invisibile raggiungo il luogo dell’appuntamento. Lui è lì che attende, apparentemente incurante di tutto il resto del mondo che gli scivola intorno, ma noto nei suoi occhi una luce quando mi vede.
Ceniamo insieme, mi porta in un locale che non conoscevo proponendomi del cibo che secondo lui dovrebbe essere afrodisiaco. Non ha ancora capito che non sono venuta per farmi sedurre ma per fare sesso con lui. Forse crede di avermi già in suo potere quando slaccio un bottone della giacca e lascio intravedere la pelle del seno, nudo, sotto. Gli sorrido e fingo di bermi tutte le sue dolci parole mentre poggio le labbra sul bordo del bicchiere.
Fa parte del gioco, del ruolo che mi spetta o che lui si aspetta da me.
La cena segue il suo naturale corso, verso il termine mi propone di terminare la serata a casa sua, bevendo qualcosa in tranquillità. Lo fisso per un lungo istante pensando che tutto sarà tranne che “tranquilla”, poi accetto sorridente e leggermente maliziosa.
Non ho affatto bevuto troppo, ma fingo una certa incertezza sui tacchi mentre usciamo dal locale. Immediatamente giunge la sua proposta di prendere solo la sua auto, più tardi mi accompagnerà a recuperare la mia.

Certo! Più tardi dopo che mi avrai avuta, dopo che mi sarò lasciata scopare da te. Questo stai pensando. Non voglio deluderlo.

La mia gonna è veramente indecente, seduta al suo fianco mi lascia completamente scoperte le gambe sin oltre le autoreggenti. I suoi occhi cadono casualmente, in continuazione, proprio sul bordo della gonna che nasconde a stento il pube mentre si lascia sfuggire un complimento sulle mie gambe. Lo ringrazio divaricandole leggermente e gli domando se davvero lo pensa. La sua risposta è esplicita quando attesa: allunga la mano destra e me la poggia sulla coscia, quindi la fa scorrere delicatamente prima di spingerla verso la gonna.
Mi piace e mi apro a lui, alla sua mano che raggiunge l’inguine soffermandosi sul delicato tessuto della mia biancheria.
Ora sa!
Sa che mi avrà questa notte.
L’effetto su di lui è immediato, ora è più sicuro di sé. Lo percepisco dal tono di voce, dai movimenti più controllati e dai suoi occhi che spudoratamente fissano a tratti le parti scoperte del mio corpo.

Posteggia l’auto e spegne il motore, quindi si volta verso di me e mi domanda ancora una volta se voglio salire da lui; come se avesse bisogno d’ulteriori conferme ha perso parte della sua sicurezza di poco prima.
Non rispondo e mi limito a fissarlo mentre torno a dischiudere le gambe, è un invito che lui recepisce prontamente. Mi poggia nuovamente la mano sulla coscia e l’accarezza sempre più intimamente sin che non raggiunge la mia calda e già umida femminilità. I suoi occhi s’illuminano e commenta qualcosa del tipo: “Allora lo vuoi veramente!”. Quasi stupito di trovarmi così umida in mezzo alle gambe.
Mi viene in mente una battuta cattiva: “È solo sudore… fa caldo questa sera” ma la tengo per me mentre infilo una mano nella borsetta e con due movimenti precisi invio una chiamata con il cellulare, quindi la sistemo con apparente noncuranza tra il cambio ed il cruscotto.
Avvicino il viso al suo e schiudo le labbra, mi bacia afferrandomi per la nuca. La sua lingua cerca insistentemente la mia, invade la mia bocca, poi si sazia e si rilassa. Il bacio diviene più lungo di quanto desiderassi ma non riesco a staccarmi, però lascio scivolare la mia mano su di lui sino al pube e la stringo sul sesso. Una gratificante erezione si delinea sotto al mio palmo, mi piace pensare che sia in atto da buona parte della serata ma mi accontento di ciò che sento. Lui geme mentre stringo e lo meno attraverso i calzoni. Quando mi sottraggo al bacio lui mi fissa, vorrebbe parlare ma non riesce, allora lo faccio io anche a beneficio di ciò che sta nella borsa.

- Dimmi a cosa stai pensando? – domando con un tono suadente.
- Hai delle labbra stupende! – Risponde riferendosi al lungo bacio.
- Ti piacciono?
- Sì!
- Ora te le faccio sentire meglio… - Prometto

In poche mosse slaccio cintura e calzoni, li calo ed estirpo il sui membro dai boxer, lo afferro con la mano destra alla base e porto il viso su di lui. Lo sento tentare una protesta, qualche timida allusione al fatto che siamo per strada, ma appena le mie labbra si poggiano sul glande geme rumorosamente prima di sospirare un: “Sei fantastica!”.
Ci metto tutta me stessa in questo improvvisato rapporto orale, lo ingoio, lo succhio, lo lecco e lo bacio mentre la mia mano si muove instancabile lungo l’asta.
Lui gode ed io mi sto eccitando sempre di più.
Cerca di fermarmi, mi prega di smettere.

- Lasciati andare… - gemo.

Un istante dopo sento il primo lungo fiotto di seme in gola, quindi seguono gli altri sottolineati dai sui gemiti e rantoli.

Sistemo con delicatezza il suo sesso nei calzoni mentre ingoio quanto mi è rimasto in bocca, quindi avvicino il viso al suo e lo bacio ancora.

- Ora andiamo su da te! – praticamente ordino.

Mentre scendiamo dall’auto senza farmi notare controllo il telefono, la chiamata è ancora attiva. La metto giù e noto il tempo di chiamata: quattro minuti e mezzo circa. Non male penso, l’ho fatto venire in meno di cinque minuti. Mi vuole davvero! Speriamo che ora duri qualche minuto in più!

Appena oltre la porta mi chiede se voglio bere qualcosa, mi aspettavo questa domanda e mentre salivo da lui mi ero preparata la risposta ad effetto:

- Mi hai appena dissetata… ora saziami... voglio il tuo cazzo!

Sussurro con la voce più sensuale che mi riesce.
L’effetto è quello che immaginavo. Lui, inizialmente sconvolto, si avvicina e mi abbraccia, s’insinua sotto la giacca e mi cinge la vita trattenendomi mentre mi bacia. Mi avvinghio sporgendo in avanti il bacino per aderire meglio al suo corpo. Mi piace questo bacio e sento che piace anche a lui, la passione si libera e prende possesso dei nostri corpi.
Lo lascio senza fiato, non che io ne abbia di più, e mi allontano di qualche passo mentre slaccio la giacca quindi mi volto. I suoi occhi si fissano sul seno nudo sopra il bustino, si avvicina mentre sussurra complimenti sul mio aspetto, quindi mi sfila la giacca e si china sul seno per baciarmi i capezzoli.
Si sta svolgendo tutto troppo velocemente e mi stupisco nel sentirmi domandare:

- Hai un letto o preferisci sbattermi qui… sul divano?
- Scegli tu! – risponde dopo un attimo d’esitazione e dopo aver fissato a lungo il divano.

Sorrido e mi divincolo dalle sue mani che ancora stringono la vita. Raccolgo la mia giacca a terra e mi dirigo verso il divano, mentre la sistemo su di una poltrona studio l’ambiente come se fossi indecisa; quindi mi volto e a rischio di rovinare la tensione erotica che si è creata tra noi domando:

- Tu che ne dici?
- Ti voglio! – risponde.
- Qui? – domando ancora mentre accarezzo la superficie del divano.
- Dove vuoi tu. – e si avvicina.

Lo fermo con un gesto.
- Spogliati! – gli impongo con un tono di voce più deciso di quanto vorrei.

Lui mi fissa negli occhi poi inizia a levarsi i vestiti, se li sfila e ripone con cura sulla poltrona vicino alla mia giacca. N’approfitto per sistemare la borsa sul tavolino e per estrarre il cellulare.
Avvio una chiamata video e posiziono il telefono sul tavolino poggiato verticale contro la borsa.

Mi volto e lui è dinanzi a me in boxer, ha davvero un bel corpo noto mentre lo studio per nulla imbarazzata. Perché dovrei esserlo quando lui per primo fissa il mio allo stesso modo?

- Questi sono di troppo! – affermo mentre mi rannicchio e gli sfilo la biancheria.

Mi trovo dinanzi al suo sesso in via di una nuova erezione nonostante il recente orgasmo che gli ho procurato. Mi lascio sfuggire un gemito di approvazione e lo brandisco portandomelo alla bocca. Lo bacio mentre con gli occhi cerco i suoi. Li vedo fissi sulle mie labbra e sporgo la lingua per raggiungere il glande. Lui geme di piacere mentre torno a succhiarlo delicatamente, lo sento irrigidirsi e tornare in piena erezione tra le mie labbra. Mi piace questa sensazione di potere che ne ricavo, continuerei così sino a farlo urlare ancora una volta ma lui mi afferra la testa e mi allontana, mi fissa per qualche istante indeciso poi lascia la presa.
Mi sollevo senza allontanare il viso dalla sua pelle, mentre risalgo faccio scorrere la lingua sul suo corpo per poi fermarmi sulle labbra. Ci baciamo ancora mentre sento le sue mani che cercano di slacciarmi la gonna, lo lascio fare sin che non mi accorgo che sta scivolando giù. Mi stacco da lui e la lascio cadere lungo le gambe, quindi la scavalco.
Lui mi fissa, studia il mio corpo richiamato dal seno e dai fianchi, quindi s’inginocchia e mi afferra gli slip per sfilarmeli. Lo lascio spogliarmi e divarico le gambe quando avvicina il viso al pube. Le sue mani scivolano sulle calze e raggiungono i glutei. Mi stringe e spinge la faccia sulla vulva. Sento la lingua che s’insinua tra le labbra, che cerca il clitoride ma sono troppo “chiusa”. Divarico ancora un po’ le gambe e finalmente la sua lingua trova ciò che cercava. Una fitta di piacere mi fa quasi perdere l’equilibrio e mi costringe a sporgere ancora di più il pube verso di lui per espormi alle sue lente leccate.
Lui insiste. Stringe sempre più forte le mani sui glutei e muove la lingua senza sosta spingendola sul clitoride. Inizio a divincolarmi, muovo il pube in modo sensuale stimolata dalle sensazioni che provo; è un messaggio che non lascia dubbi: “Ti voglio!”.
Quando penso non intenda più fermarsi lo fa. Allontana il viso e le sue mani scivolano giù, mi accarezza le gambe mentre solleva lo sguardo verso i miei occhi. Sorride alla mia espressione di piacere ed attesa, non so cosa ha in mente ma non voglio chiedergli nulla per ora. Chiudo gli occhi ed assaporo le sue carezze lungo tutto il mio corpo, passa dalle gambe sin su lungo il bustino per arrivare a sfiorare il seno; poi le mani si fermano sul pube, gioca con le labbra e le divarica, stuzzica il clitoride ed, improvvisamente, mi penetra con un dito. Lo sento entrare e piegarsi dentro di me per premere contro le pareti interne del mio corpo mentre non riesco a trattenere un gridolino di piacere. Vorrei divincolarmi e stendermi sul divano per invitarlo su di me, ma lui spinge un secondo dito dentro. Allora le mie gambe iniziano a cedere, il piacere non è così intenso ma il desiderio, quello, sì!

- Ora basta! – gemo mentre sposto la sua mano.

Arretro di qualche passo e mi siedo sul divano in attesa con le mani poggiate a lato delle gambe. Lui si alza e si avvicina con il membro che pare svincolato da ogni legame con la forza di gravità. Si pone dinanzi a me e si china per baciarmi ma lo anticipo spingendo il viso verso il suo sesso. Lo ingoio ancora scaricando la tensione che provo. Non resiste, poche languide leccate e si ritrae.

- Vieni! – lo prego mentre divarico le gambe e mi lascio cadere contro lo schienale del divano.

Un invito che comprende ogni significato di quel termine.
Lui s’inginocchia tra le mie gambe e porta il pene contro la vagina, lo poggia sulle labbra mentre il mio respiro diviene sempre più veloce, quindi lo strofina delicatamente aprendole sin che non trova che il mio caldo ventre ad attenderlo. Entra in me lentamente colmandomi. M’inarco, mentre lo sento entrare e spingo il pube verso di lui per accoglierlo completamente. Quando è tutto in me allungo le mani per trattenerlo e inizio la mia danza.

- Resta dentro, fammelo sentire! – lo prego mentre orbito il bacino contro di lui.

Lui spinge mentre assaporo la sua presenza.
Mi piace!
Inspiro a fondo quindi rilascio tutto il fiato in un gemito e rilascio ogni tensione muscolare, mi sto aprendo completamente e lui inizia a muoversi. Prima lentamente poi sempre più veloce con lunghi affondi che mi fanno sobbalzare.
Ed io mi do sempre di più, divarico ancora le gambe e mi godo i suoi sforzi sin che non inizio a sentire il bisogno d’altro. Con gli occhi scorro il suo corpo, lo guardo mentre si muove regolando con attenzione il tempo delle spinte, fisso i suoi muscoli tesi, gli addominali e scendo ancora giù sino ad osservare il suo sesso che penetra il mio. L’asta è turgida, lo sento marmoreo dentro di me, e lucida dei miei umori.

- Fermati! – lo prego, mentre spingo con le mani sul suo bacino.

Lui esce da me conscio che voglio cambiare posizione. Sospira riprendendo fiato e controllo delle sue sensazioni mentre salgo con le ginocchia sul divano e poggio le mani sullo schienale. Divarico le gambe e lo richiamo dentro di me.
Mi prende nuovamente, questa volta da dietro. Il suo sesso mi penetra senza esitazioni ora che mi conosce e sa quanto sono eccitata, aperta per lui. Entra sino in fondo in un solo istante e torna a muoversi. Ora lo sento meglio e mi eccitano le sue mani che mi afferrano con forza i fianchi mentre mi penetra. Cerco di assecondare le sue spinte, di muovermi insieme a lui e ben presto diveniamo una cosa sola.

- Toccami! – lo prego.

Sensibile al mio desiderio la sua mano scivola sulla pelle sino ad aprirsi sul bacino, mi comprime poi scende ancora cercando con due dita il clitoride. Quando lo trova una fitta di piacere mi fa urlare per incitarlo.
Mi tortura il clitoride e spinge con sempre maggiore forza dentro di me. Lo sento arrivare e divaricarmi, mi apre come se volesse entrare direttamente nell’utero tanto spinge. Mi piace, godo della sua presenza, dei suo colpi decisi e delle sue dita ora delicate sul clitoride. Non riesco a trattenermi, a pensare, a controllare il mio corpo. Ben presto rimango preda delle sensazioni che provo e, quasi passivamente, raccolgo ogni minimo stimolo mentre il piacere monta sempre di più. Quando sento l’orgasmo arrivare mi lascio completamente andare, le mani perdono la presa sullo schienale del divano e crollo con il viso sulla pelle tra i rantoli di piacere.
Non ho bisogno di pregarlo, di incitarlo a muoversi ora che sto godendo. Lui capisce, sente il mio piacere dalle violente contrazioni del ventre e le segue spingendosi dentro di me a tempo con piacere.
È un orgasmo lungo, piacevole, non molto intenso ma lungo. Temo che mi lasci sfiancata, distrutta, incapace di continuare in quest’amplesso che si sta dimostrando migliore di quanto potessi sperare.
Quando sente il mio respiro tornare regolare esce lentamente da me, mi provoca una strana sensazione il vuoto che mi lascia dentro nonostante il languore che sto provando. Mollemente mi volto per stendermi sul divano. Mi sdraio dinanzi a lui e lo fisso negli occhi, non sono necessarie parole in quanto il piacere è ancora chiaramente dipinto sul mio viso mentre ancora fremo per quanto mi ha appena fatto provare. Lui mi sorride e si siede al mio fianco accarezzandomi.
Rimango distesa a godermi le sue mani mentre gioco con il suo pene nella mia mano. Ho ancora voglia di lui.

- Baciami! – lo imploro.

Subito le sue labbra sono sulle mie, le bocche si uniscono e le lingue si cercano ricaricandoci di passione. Mi godo un lungo bacio poi, divincolandomi, lo invito a sedersi e salgo su di lui. Porto il pube a contatto del suo pene e strofino dolcemente la vulva sull’asta.

- Toglimi il bustino. – non è più una languida richiesta ma un ordine il mio.
- Non ti basta ancora? – domanda mentre armeggia con le chiusure sulla mia schiena.
- A te? – domando per risposta.
- No!
- Bene! – sospiro.

Finalmente nuda spingo il seno contro il suo viso mentre mi sollevo per cercare una nuova penetrazione, afferro il membro e me lo posiziono tra le grandi labbra. Sento che si sta aprendo la strada, oramai mi conosce, e scendo ingoiandolo nel mio ventre.
Voglio farlo godere, non cerco più il mio piacere ma solo il suo ora. Inizio a muovermi come so essere più stimolante per l’uomo sotto di me, avvolgo il suo membro con la mia carne e mi richiudo contraendo i muscoli pubici. Quindi risalgo lentamente. Le sue mani sui glutei percepiscono le sensuali orbite che imprimo al mio pube e lo eccitano più di quanto senta in realtà. Lo sento respirare sempre più velocemente, geme e spinge in alto il bacino quando scendo.

- Ti piace?- domando con una voce che tradisce la mia emozione.

Lui non riesce a rispondere ma spinge ancora più in alto il suo corpo come per entrare tutto dentro di me.

- Sì… ti piace! – osservo divertita e soddisfatta.

Sento già il suo orgasmo arrivare quando le sue mani scivolano dai glutei giù, in mezzo alle natiche, e le divaricano. Poi, con una contorsione che non oso immaginare una delle due si pone tra il suo corpo ed il mio per scovare il clitoride, l’altra spinge delicatamente un dito nel mio ano.
Sono costretta ad inarcare la schiena dall’intensa sensazione di piacere che questa mossa mi provoca.

- Bastardo… - sussurro tanto sottovoce che non può sentirmi.

Il dito nel mio ano si arcua e preme sulla sottile parete che lo separa il suo sesso che ho in pancia.. godo!
Cerco di muovermi in modo da non perdere nulla di quanto mi fa e, allo stesso tempo, di scivolare sul suo sesso in me. Non so che espressione posso avere in questo momento ma noto che mi sta guardando eccitato.

- Godo! – confermo ad alta voce.
- Anche… i…. – non termina la frase.

reggiseno dietro la schiena osservando la figura riflessa con occhio critico. Mi studio, analizzo le curve e cerco impietosa i segni di un temuto cedimento fisico. Le pelle liscia ed abbronzata mi soddisfa, mi piace la sua lucentezza, come riflette la luce della lampada quando contraggo i muscoli del bacino. Dolcemente mi accarezzo il ventre come per verificare ciò che mi dicono gli occhi, cerco di immaginare le sensazioni che può restituire questa pelle a chi l’accarezza con desiderio e penso che tra poco le mani di un uomo si poggeranno su di essa per stringermi, per avermi. Una fitta, una pressione interna quasi dolorosa, mi fa comprendere quanto ho voglia di sesso.
- Riempimi, ti prego... riempimi! - lo imploro.

In quel preciso istante lo sento inarcare la schiena e spingersi completamente dentro di me, quindi lungo l’asta del suo pene percepisco una lunga pulsione prima ancora del suo rantolo di piacere.
Il suo seme mi sta inondando e stravolta da tutte le sensazioni che ho provato in questi ultimi istanti godo insieme a lui. Un nuovo, esplosivo, orgasmo si prende la mia ragione.
Divarico per quanto possibile le gambe e premo il pube contro i suoi testicoli mentre ancora sta eiaculando. E godo!

Mi lascio cadere contro di lui che mi abbraccia, restiamo a lungo immobili cercando di riprendere le forze. Quando riesco ad allontanarmi un minimo sento la pelle rimanere aderente alla sua per il sudore dei nostri corpi finalmente sazi. Il suo sesso è ancora dentro di me, rilassato ora che ha raggiunto il suo scopo, mentre mi sollevo lentamente un rivolo di seme lo segue nell’uscita.
Istintivamente lo raccolgo con una mano ed asciugo anche quello che è rimasto sulla pelle della vagina. I miei occhi sono fissi sulla prova del nostro amplesso quando lui si rende conto che mi è venuto dentro. Allora cerca di domandarmi se questo mi sconvolge.
Non rispondo ma lo bacio con passione mentre mi allontano per cercare il bagno per darmi una ripulita prima di vestirmi.
Mentre cammino nuda verso la porta che mi ha indicato ricordo che ho lasciato il cellulare con la chiamata attiva poggiato sul tavolo dinanzi al divano, temendo che lui possa scoprire il gioco con il mio uomo torno indietro pensando ad una scusa per recuperarlo. Affacciandomi nel salotto che ha visto la nostra passione noto in lui lo sguardo di chi è stato appena colto in un atto improprio. Fingo di non aver notato la sua mano che scivolava via dal telefono fisso vicino al divano e recupero il mio cellulare insieme alla borsetta e la biancheria, quindi torno verso il bagno. Il suo gesto mi ha stupito ed incuriosita. Chi stava per chiamare?
Mi do una veloce ripulita prima di indossare la biancheria con gesti meccanici, i miei pensieri sono concentrati sull’espressione e sul fugace movimento della sua mano quando sono entrata all’improvviso nel salotto, poi noto che anche in bagno ha un apparecchio telefonico. Con estrema delicatezza sollevo il ricevitore e lo porto all’orecchio.

- … è davvero fantastica! La bocca poi… la usa un modo incredibile! – dice la voce del mio ospite
- Vero. – Conferma una voce che mi fa rabbrividire all’altro capo.
- Sai cosa mi ha sconvolto?
Il suo modo di “darsi”. La senti completamente tua… anche se sai che non è così. Il suo corpo si muove come se esistessi solo tu ma… sai che la sua anima non è lì con te in quel momento. Però da il massimo… è difficile resisterle per più di qualche minuto.
- Hai notato come si apre quando inizia a godere? – Mi sento mancare… è la voce di Luciano, il mio uomo.
- Sì… ti avvolge completamente con… il suo corpo.
- Racconta!
- Più ti spingi in lei… più ti accoglie, pare non essere mai sazia del tuo sesso.
- Gode in un modo stupendo!- sottolinea Luciano.
- Sì… diventa bellissima quando gode e… si muove diversamente in quel momento. Anche la voce cambia, diviene più calda… sensuale… non dolce ma sensuale…
- Si apre ancora di più e… diventa un lago.
- Un lago caldo! – conferma il mio ospite. - E... è avida di seme!
- Sì, non le basta mai! - conferma il mio uomo.
- Le sono venuto dentro... - ammette il mio amante di questa notte.
- Lo so, lo sapevo... - conferma Luciano - Lei lo vuole dentro, vuole sentirsi piena... sempre!
- Ma... a te non...
- Quando si fa riempire... è ancora più eccitante, quando arriva a casa con il seme di un altro dentro nel ventre... i suoi occhi hanno una luce divesa!

Poggio il ricevitore al suo posto sconvolta da quanto ho appena ascoltato. Pensavo che il gioco comprendesse non coinvolgesse consapevolmente il mio amante di questa sera, invece era tutto combinato.
Tutto quanto?
Non trovavo la risposta e non ero ancora in grado di capire se tutto questo mi offendeva o meno. Ma perché avrei dovuto sentirmi offesa dal fatto che i due uomini erano complici quando io avevo appena inviato al mio uomo in video chiamata tutto l’amplesso?
Pensavo di conoscere a fondo le regole del gioco ma avevo appena scoperto che queste regole erano leggermente più complesse di quanto immaginassi, senza dubbio il ragazzo nell’altra stanza non sapeva della chiamata video. Solo Luciano aveva la piena consapevolezza del gioco anche perché nessuno di noi in quella casa sapeva se lui si era goduto il nostro spettacolo sa solo o in dolce compagnia… questo mi dava un senso di leggero fastidio.
Controllando il mio aspetto allo specchio mi tornarono in mente i loro commenti su di me. Belle parole, senza dubbio, nemmeno troppo volgari considerato l’argomento ma… non mi andava che esaminassero le mie doti amatorie come se discutessero sulle prestazioni di un’auto sportiva.
Ma era poi in questi termini che parlavano di me?
Rimpiansi di non aver ascoltato altro, dovevo trovare la forza di andare oltre lo stupore iniziale.
Dovevo meditarci su, tralasciare le reazioni a caldo che sempre comportano una buona dose di impulsività.
Il gioco si stava facendo interessante, non ero più l’unica complice del mio uomo.

domenica 3 maggio 2015

Le notti di Laura #4



Le mani indugiavano sul nastro del pacco che teneva sulle ginocchia, indecisa tra le opzioni di aprirlo

- Ma… se c’è quello che penso d’aver capito… come lo devo usare? – domandò con un sorriso.
- A tua discrezione! – risposi – Avanti aprilo.

Sciolse lentamente il fiocco quindi, con l’unghia dell’indice, recise il nastro adesivo. Aprì il pacco senza mostrare alcuna reazione mentre ne estraeva e dispiegava il contenuto. Rimase con lo sguardo fisso sul bustino blu marine per qualche minuto prima di commentare:

- Bello!
- Ti piace?
- Sì, è molto sexy… con tutti questi legacci che lasciano scoperta la pelle e queste coppe…

Poi sollevandosi in piedi per posizionare il bustino sul suo corpo aggiunse:

- Mi pare alto in vita, non copre molto…
- Non deve coprire molto! – sottolineai
- Voglio provarlo!
- Ti piace il colore?
- Sì, sta benissimo con i miei occhi ed è abbastanza scuro da risaltare sulla pelle ed evidenziare i miei capelli biondi… Torno subito!

Detto questo prese dalla confezione anche il tanga del medesimo colore e di diresse in camera per provarlo. Non resistetti alla tentazione di seguirla per spiarla al di là della porta mentre si provava quel magnifico completino.
Era splendida mentre si spogliava e riponeva i capi sul letto con cura per non spiegazzarli, i lunghi capelli le ricadevano sul viso quando si chinava giungendo sino al seno, rimasi ad osservare la sua linea snella, il ventre piatto che s’incavava mentre sistemava gli slip tendendo gli elastici e la sua schiena quando allacciava lentamente il bustino.

- Che ne dici… non è troppo stretto? – domandò lei osservandosi allo specchio.
- No, non mi pare. Ti aderisce perfettamente. – ammisi deglutendo.

Studiandosi con occhio critico aggiunse con voce maliziosa:

- Non mi hai ancora detto come devo usarlo!
- Come vuoi tu…
- Avanti… dimmelo! – incalzò lei mentre si voltava verso di me.


Si avvicinò di un passo, ma non oltre per consentirmi di osservarla in tutta la sua meravigliosa figura: le gambe leggermente divaricate e tese, il piccolo triangolino degli slip che non riusciva a celare la forma della vulva, il bustino che stringeva sui fianchi e le sollevava il seno pieno e la pelle del bacino su cui si muovevano lente le sue mani. La fissai negli occhi seminascosti dai capelli.

- Fammi vedere come godi!
- …e? – aggiunse lei
- … fatti riempire! – aggiunsi posizionando la mano destra aperta sul suo pancino.

Laura ebbe un sussulto, un brivido che le percorse il corpo. Potevo sentire chiaramente i muscoli del bacino contrarsi sotto il palmo della mano. Si umettò le labbra e con gli occhi fissi sui miei disse:

- Come piace a te!



Abbiamo cenato, un pasto leggero e sobrio in netto contrasto con la scena che ho dinanzi agli occhi. Dalla prova del corsetto saranno trascorse nemmeno tre ore e Laura è seduta sul bordo del nostro letto con indosso il bustino, gli slip ed un paio di calze autoreggenti a rete sottile che terminano nelle sue scarpe a tacco alto preferite. Ha le gambe aperte, praticamente divaricate, e dinanzi un ragazzo seminudo che sta terminando di spogliare armeggiando con i suoi boxer. Gli sorride provocante e mormora qualche parola mentre il sesso del maschio viene scoperto e denudato, lui scalcia via la biancheria lei scioglie i capelli che aveva legato dietro la nuca, quindi con un repentino movimento del capo li fa volteggiare sulle spalle mentre afferra le cosce del ragazzo per avvicinarselo.
Laura fa scorrere le mani dalle cosce ai glutei ed avvicina ancora il bacino del ragazzo a sé, ora ha il sesso del ragazzo dinanzi al viso, a pochi centimetri dalla bocca tanto che lui può coglierne il respiro. Lentamente lei avvicina le labbra ai testicoli e dolcemente inizia a leccarli per risalire piano, piano, l’asta sino al glande che circonda con la lingua. Con movimenti delicati e sensuali inizia a stuzzicarlo sempre trattenendolo con forza per i glutei, non ha fretta e si gode gli spasmi di piacere e desiderio che stimola ad ogni leccata.

- Che ne dici? – domanda lei sollevando lo sguardo verso il viso contratto del giovane.
- Sei fantastica!
- Davvero? – domanda dopo una repentina leccata sul glande
- Sì! – rantola lui.

Laura dischiude le labbra e le avvicina al membro, ne circonda il glande e lentamente inizia ad ingoiarlo seguendone la forma con le labbra prima di succhiare. Il ragazzo geme e spinge in avanti il bacino e Laura lo accoglie completamente sino in gola prima di ritirarsi per tornare ad incavare ritmicamente le guance mentre, all’interno della bocca, la lingua gioca impazzita sul glande. Il ragazzo resiste per meno di un minuto a quello stimolo poi si ritrae seguito dal viso di Laura. Solo quando lui la scosta dolcemente lei si allontana e gli domanda con un tono piacevolmente offeso:

- Non ti piace?
- No… cioè sì… troppo!

Laura sposta il viso sotto al membro e torna a scorrerlo con la lingua mentre emette un mugolio di piacere molto sensuale. Lui freme e la prega:

- Così mi fai venire…
- Sì… - rantola lei senza staccare la lingua dal pene.
- Ti prego! – insiste lui.
- L’ultima volta mi hai fatto godere con la tua lingua… questo te lo devo!

Il ragazzo che aveva già incontrato Laura in un improvvisato gioco erotico al ristorante, dove l’aveva fatta godere semplicemente leccandola sino allo sfinimento, si rilassa. Ha capito che lei vuole una cosa ben precisa da lui in quel momento. Sicuramente ricevendo l’invito a casa nostra aveva pensato di realizzare il suo sogno, nato in quell’occasione, di entrare nel corpo di Laura; ma era pure conscio di dover accettare ciò che una donna come Laura voleva da lui.

- Allora… come ti sembra questo? – domanda lei mentre termina la corsa della lingua dal basso verso il glande
- Bello… mi piace… sei… sei…
- Sono?

Lui non riesce a rispondere poiché Laura ha nuovamente ingoiato il pene per applicare tutta la sua arte, in pochi istanti lo porta prossimo all’orgasmo ma si ferma in tempo. Lascia uscire il sesso dalla bocca e solleva lo sguardo verso il viso del ragazzo in estasi, quindi allunga la lingua sul glande e lo stimola dolcemente sempre fissando l’espressione di piacere del giovane. La vedo dosare con cura gli stimoli, si diverte a tenerlo ad un passo dal piacere per sentire il suo corpo fremere ed i suoi rantoli di piacere. È talmente concentrata che non si accorge che lui è giunto al limite, quando si libera con un urlo il primo fiotto di seme la colpisce in viso, lei si scosta per guardarlo meglio mentre eiacula ed il secondo, seguito dal terzo, getto finisce sul bustino di Laura segnandolo. Soddisfatta si tuffa con la bocca aperta sul pene e ne beve gli ultimi spasmi. Il ragazzo ne ha una buona riserva, tanto che Laura deglutisce parecchie volte per ingurgitare il seme che le viene sparso in gola e non si stacca da lui sin che percepisce il minimo spasmo di piacere. Solo ora nota il denso rivolo di seme che le attraversa il viso dalla fronte al bordo delle labbra, con la lingua raccoglie la parte più vicina alla bocca quindi reclina il viso per studiare le macchie sul bustino.

- Certo che ne avevi dentro…! – gli fa notare mentre si ripulisce il viso con un lembo del lenzuolo.
- Emm… scu… - inizia lui.
- Mi vuoi ancora? – domanda Laura con gli occhi fissi sul membro non del tutto rilassato.
- Sì!
- … e cosa vorresti adesso?

Laura pone la domanda mentre reclina la schiena sino a poggiarsi sui gomiti esponendo spudoratamente il corpo agli occhi del ragazzo, è diversa dal solito; pare combattuta tra il desiderio di guidare l’amplesso e quello di concedersi alle sue fantasie. Solleva il pube e si offre impudentemente prima di richiudere le gambe e sussurrare la richiesta che lui sperava di sentire:

- Toglimele!

La voce roca, segnata dalla voglia di Laura è più esplicita della richiesta stessa.
Il ragazzo poggia le mani sui fianchi di lei e lentamente inizia a sfilarle gli slip, Laura si lascia denudare aiutandolo sollevando il sedere per poi tornare ad aprirsi a lui. Rimane con la schiena sollevata mentre lui si inginocchia per portare il viso tra le sue cosce sino all’inguine. Lo guarda mentre spinge la lingua contro la vulva e sospira quando incontra la fradicia intimità. Chiude gli occhi e spinge il pube verso il viso del ragazzo quando lui inizia a leccarla.
Ora le parti sono invertite, lei gode come e quanto vuole lui che la sta ricambiando di quanto ha appena ricevuto. La stimola dolcemente, senza forzature, ma implacabile. Laura geme e dimena il bacino ad ogni fitta di piacere. Sta godendo a fondo delle attenzioni del ragazzo senza cercare di porre limiti al piacere per prolungarlo, si lascia prendere completamente dagli stimoli che riceve. Lui è abile nel tenerla in un costante stato di piacere senza spingerla oltre, anche quando inizia a penetrarla con un dito spinto sempre più a fondo dentro di lei. Un altro dito segue il primo, poi un terzo. Rassicurato dai gemiti di Laura il ragazzo osa testare la sua dilatazione, quando tre delle sue dita sono dentro di lei che ancora si dimena il suo sguardo stupito si sposta sul viso di Laura.

- Scopami… adesso! – lo prega lei.

Il ragazzo non risponde ma fa scivolare l’altra mano verso il proprio sesso, lo circonda e soddisfatto ne constata la nuova erezione. Forse non se lo aspettava neppure lui d’essere nuovamente pronto in così poco tempo, ma coglie l’occasione e la richiesta delirante di Laura: sfila la mano dal sesso di lei e con l’altra guida il pene verso il ventre della mia donna. La penetra a fondo con una sola spinta, lei è talmente eccitata da essere completamente dilatata e fradicia.
Laura inarca la schiena e mormora un lungo “Sì” con voce orgasmica, poi si lascia cadere distesa accogliendo passivamente i colpi sempre più intensi del giovane.
Il piacere dipinto sul viso di Laura incita il ragazzo che si muove regolarmente dentro di lei, affondando sino ai testicoli nel ventre mentre le mani scorrono sul corpo accarezzandola ovunque. La afferra per i glutei, che sono scivolati oltre il bordo del letto, la solleva per sbatterla meglio, poi sposta le mani sul corsetto e raggiunge il seno scoprendolo prima di chinarsi per baciare i capezzoli turgidi.
Laura inizia a seguire le mosse del ragazzo, gli va incontro quando affonda poi contrae il bacino quando lui vorrebbe ritirarsi, il corsetto si tende quando incava il ventre evidenziando le eccitanti forme del suo corpo. Si chiude intorno al suo pene quando lo ha dentro e geme sempre più intensamente sin che, dopo un rantolo più intenso degli altri inspira a fondo e solleva la schiena inarcandosi completamente. La vedo trattenere il respiro prima di esplodere in un lunghissimo gemito.
In preda all’orgasmo Laura di dimena spingendo il pube sempre più contro il ragazzo, tanto che lui è impossibilitato a muoversi e la lascia godere rimanendo dentro di lei. Le contrazioni ritmiche del ventre di Laura, l’espressione del suo viso e i gemiti sono micidiali anche per lui che presto inizia a godere ancora una volta, ma dentro di lei. Il ragazzo vorrebbe uscire, ritirarsi ed eiaculare fuori da Laura, ma lei ha intrecciato le gambe dietro di lui e lo trattiene costringendolo a venirle dentro,
Terminata la follia estatica del piacere totale lei crolla rilasciando la presa sul ragazzo il quale ora può ritirare dal ventre di Laura un pene oramai floscio e completamente svuotato, si allontana mentre ancora dei lievi spasmi fanno contrarre Laura. Deboli contrazioni che spingono fuori dal suo ventre un rivolo di seme che inizia a colare dalle labbra della vagina.
Il ragazzo si siede sui talloni con lo sguardo fisso sul proprio seme che esce dal corpo di Laura e rimane immobile sin che lei si solleva seduta. Anche Laura nota lo sperma e lo studia per qualche istante prima di accorgersi del ragazzo, quindi scende dal letto e, sulle ginocchia, si avvicina a lui aprendosi per sistemarsi a cavallo delle gambe del ragazzo. Lo fa sollevare sino a trovarsi con il viso dinanzi al suo e lo bacia.

- Mi sei venuto dentro…
- … sì! – mormora lui
- Era questo che sognavi la prima volta che mi hai vista?

Lui tentenna poi ammette:

- Sì!
- Mi hai fatto godere… lo sai? – domanda Laura accarezzandogli la guancia.
- Davvero? – risponde lui in cerca di conferme
- Sì! – ammette lei, poi sorride, uno splendido sorriso e continua in tono scherzoso – Pensa se non ti facevo venire prima quanto me ne mettevi dentro!
subito o continuare nel gioco di domande e risposte nel tentativo d’indovinarne il contenuto.
Laura chiude gli occhi per qualche istante,  come se valutasse il significato della sua frase, poi li riapre e fissa quelli del ragazzo.
-          Mi piacerebbe provare, sai?
-          Cosa? – sussurra lui
-          Sentire come mi riempi quando le hai piene di seme! – mormora lei accarezzandogli i testicoli


Era la notte del 22 febbraio

Le notti di Laura #3



Appoggiata con le natiche sul tavolo d’angolo della sala superiore e deserta, in quel momento, del
Laura sospirava mentre si mordicchiava il labbro inferiore con il viso seminascosto dai capelli per i repentini movimenti della testa dettati dalle fitte di piacere.
Una spallina del top di seta era scivolata scoprendo parte del seno che mostrava due capezzoli tanto turgidi da evidenziare il suo stato d’eccitazione.

Mentre la guardavo godere ripensai agli avvenimenti della serata.
Per tutta la cena Laura era stata al centro delle attenzioni del giovane cameriere, l’aveva servita con cura dai consigli sulle ordinazioni alle mille riguardi durante tutto il pasto. Inizialmente lei non lo aveva considerato più di tanto, ma in seguito non era riuscita ad evitare di stuzzicarlo.

- Hai notato come mi guarda?

Mi domandò con quella luce particolare negli occhi che sempre ha quando una prepotente fantasia erotica nasce nella sua mente perversa.

- Sì, non poteva non notarti questa sera… sei bellissima! – Non espressi ad alta voce il resto del mio pensiero: “ … e poi continui a sbattergli in faccia il seno sotto a quel top così trasparente che si capisce che non indossi altro sotto!”
- Davvero?

Nonostante tutto Laura ha sempre bisogno di conferme.

- Pensi che…. – iniziò lei
- Che? – domandi allungando la mano verso il bicchiere.
- Che… potrei…
- Continua! - la incitai
- Pensi che potrei fargli fare ciò che voglio?

Ci pensai su per qualche istante sorbendo un piccolo sorso di vino.

- Sì, penso di sì.

Affermai dopo aver volto gli occhi verso il ragazzo.

Così, al termine della cena, ci ritrovammo al piano superiore del ristorante che in quell’occasione non era utilizzato.
Laura aveva spudoratamente domandato al ragazzo se non c’era un posto dove stare tranquilli per qualche momento. Il locale era quasi vuoto oramai ed il giovane poteva considerare terminato il suo lavoro, quindi c’indicò il piano di sopra.
Lei lo seguì per le scale trasudando sensualità ad ogni passo, quando entrò nella sala gli chiese di non accendere le luci, quella che entrava dalle finestre era sufficiente, quindi lo affrontò ancora una volta direttamente.

- È tutta la sera che mi guardi. – iniziò lei

Il giovane non sapeva cosa dire, si voltò verso di me e dopo un mio accenno di consenso tornò a fissare Laura.

- Non mi vuoi dire cosa pensavi, mentre mi versavi il vino e sbirciavi il mio seno?
- Ecco… io… - iniziò lui.
- Oppure quando il tuo sguardo scendeva giù… verso le mie gambe…

Mentre parlava sollevava la gonna lentamente scoprendo sempre di più le gambe.

- Avanti… dimmi cosa hai pensato, cosa hai sognato di farmi…

Il ragazzo era immobile dinanzi a lei e fissava ammirato le gambe di Laura sempre più scoperte.

- Vorresti scoparmi? – domandò improvvisamente lei
- Sì! – ammise lui immediatamente.

Laura sorrise ed arrestò la risalita della gonna appena prima di scoprire il pube.

- Era chiaro.. lo sai? – disse lei, quindi afferrando una mano del giovane per portarsela tra le gambe continuò: - Non puoi avermi tanto facilmente però!

Lui sollevò gli occhi su quelli di Laura in una muta richiesta di spiegazioni.

- Sfilami le mutandine e…

Laura sollevò decisamente la gonna in vita e si lasciò denudare dalla biancheria, quindi poggiò il sedere sul tavolo e divaricando le gambe indicò con lo sguardo cosa voleva da lui.
Il ragazzo comprese e s’inginocchiò dinanzi a lei per avvicinare lentamente il viso al pube mentre Laura divaricava dolcemente le labbra della vagina.


Preso da questi eccitanti ricordi quasi non mi accorsi dei gemiti a stento trattenuti da Laura, stava godendo sempre più intensamente ed era prossima all’orgasmo. Il ragazzo aveva il viso completamente affondato tra le sue gambe ed un movimento della spalla lasciava chiaramente intendere che la stava penetrando con una o due dita della mano.
L’espressione sul suo viso testimoniava un piacere intenso, era bellissima e davvero eccitante vederla in quello stato; ma ancor più eccitante fu sentire il suo lungo gemito di piacere e le contorsioni del suo corpo quando raggiunse l’orgasmo.
Il ragazzo non allontanò il viso da lei, continuò a leccarla spingendole le dita della mano sempre più dentro sin che lei non lo allontanò.

- Grazie! – disse lei dopo un istante
Il ragazzo che si era alzato in piedi la osservava come se non avesse mai visto il viso di una donna stravolto dal piacere.

- Ora fammi vedere quanto ti sei eccitato. – lo invita lei

Lui la fissa dubbioso.

- Toccati! – lo incita

Il ragazzo aprì la patta dei calzoni e tira fuori il suo sesso tanto gonfio da essere sul punto di esplodere, quindi fissando Laura inizia a muovere la mano.

- Bravo… dimostrami quanto ti eccito!

Lo incita lei con gli occhi fissi sul membro mentre stringe tra le mani l’orlo della gonna ancora sollevata.

- Hai un bel cazzo! – osserva lei – Avvicinati!
ristorante teneva la gonna sollevata in vita e le gambe divaricate mentre il ragazzo inginocchiato dinanzi a lei la leccava dolcemente tra le labbra del pube glabro.
Lui si avvicina, Laura divarica le gambe e lo invita avanti, con la mano sul petto lo ferma a meno di mezzo metro da lei.
-          Continua! Muovi la tua mano!
Lui è tra le sue gambe si masturba lentamente mentre la mia donna fissa alternativamente i suoi occhi ed il suo pene.
-          Mi piace il tuo cazzo!
Laura allunga la mano destra e la pone sul pene del ragazzo, scaccia la sua e lo cinge delicatamente. La muove avanti ed indietro sino sul glande, lenta.
-          Ti piace? – domanda lei
Sorride quando ottiene come risposta un mugolio di piacere, fissandolo negli occhi lo richiama a sé sino ad averlo tanto vicino da poter strofinare il glande sulle labbra della vagina lucida di umori. Separa le labbra e se lo guida verso l’ingresso ma lo trattiene li senza mai fermare la mano che si muove lungo l’asta.
Ha le pupille dilatate dall’eccitazione, ora la mano è ferma sull’asta e si limita a strofinarsi il glande lentamente tra il buchino ed il clitoride. Il suo respiro accelera, il bacino si contrae ritmicamente .
-          Mi piace! – confessa al ragazzo.
La voce di Laura è roca, eccitata e sensuale. Accelera quel movimento sino a che non sfiora un nuovo orgasmo, in quel momento porta il pene del ragazzo in posizione e se lo guida dentro di per un centimetro o due mentre gode. Tenendolo li, senza lasciarlo entrare di più torna a muovere la mano masturbando il ragazzo sin che non coglie la prima contrazione lungo l’asta. Improvvisamente ritira la mano e spinge indietro il giovane.
-          Avanti! Fammi vedere come vieni! – gli ordina con la voce rotta dal piacere.
Lui la fissa stupito, quasi incredulo. Era quasi dentro di lei, anzi l’aveva già quasi aperta ed ora lei gli sta chiedendo di masturbarsi.
Eccitato e troppo vicino all’orgasmo per fermarsi lui muove la mano sul proprio sesso, poche volte prima di bloccarsi e stringerla verso la sommità dell’asta. Geme di piacere mentre lungi fiotti di sperma raggiungono le calze di Laura.
Lei fissa come in estasi il seme uscire, ha una mano aperta tra le gambe e la muove lentamente mentre lui gode.
Il ragazzo termina di eiaculare e rimane lì, dinanzi a lei, con il sesso ancora duro nella mano. Laura si ricompone, unisce le gambe e scende dal tavolino, sistema la gonna e si china a raccogliere gli slip a terra, quindi li pone dolcemente sul pene del ragazzo.
-          Grazie! – sussurra mentre lo bacia sulla guancia.
Si avvicina a me e mi cinge un braccio.
-          Portami a casa… ho voglia di farmi scopare da te! – afferma ad alta voce, poi si volta verso il giovane che è rimasto nella stessa posizione e continua – Questa sera ti ho usato, lo so… ma non sarà sempre così!

Era la notte di Sabato 17 Febbraio.