sabato 15 agosto 2015

Tradire... questa volta gioco da sola. - di Laura

I pensieri s’incrociano e confondono nella testa; parole, immagini, suoni, colori, odori. Tutto un
Rifletto sulla mia vita e sul nostro rapporto di coppia. Lui mi ama e per questo mi lascia libera di gestire la mia sessualità come meglio credo, senza restrizioni, senza remore. Il tutto unito al suo piacere di vedermi in “certe situazioni” ed al mio latente esibizionismo.
Latente?
Forse il termine non è del tutto adeguato.
Mi ritrovo a pensare alle sue parole, alle azioni. Alle nostre parole ed azioni.
Se tiro le somme mi accorgo che il mio attuale modo di vivere il sesso non mi appartiene completamente, lui mi ha lentamente, dolcemente, implacabilmente, portata ad essere così. Perché mi voleva così, è evidente!
Ora mi domando se si è limitato a liberare un mio aspetto nascosto o se mi ha trasformata nella donna che voleva.
Certo fedele non lo sono mai stata, ma cauta sì. Non ho mai palesato le mie “distrazioni”, anzi ho sempre badato a celare ogni minimo dettaglio, a far combinare orari, situazioni e quant’altro. Certo non era facile, sicuramente stressante; non al punto di rovinare il piacere di queste piccole avventure ma tale da allentare in certi casi la carica erotica iniziale.
Poi è arrivato lui e tutto è cambiato.
Perché?

Il suono di un messaggio in arrivo sul cellulare mi distrae, lo cerco nella borsetta e leggo: “Scusa, scusa, scusa! Sono ancora in ufficio. Non riesco a raggiungerti.”
“Paola non si smentisce mai!” penso mentre digito velocemente la risposta: “No problem. Ricordati di Lunedì!!!”
Meglio così, a causa dei miei pensieri preferisco stare sola, terminare l’aperitivo e tornamene a casa.

Le mie mosse con il telefono però non sono passate inosservate.

- Ti hanno dato buca? – domanda una voce suadente alle mie spalle.
- “ E cosa vuole questo adesso?” - mi domando ma rispondo – “Sì, pare di sì”

Ruoto sullo sgabello per voltarmi e vedo il solito tipo ben vestito, abbronzato, semi palestrato, sorridente, che con fare sciolto attacca discorso. Più per educazione che per interesse accetto le sue attenzioni, lo ascolto e rispondo alle sue domande generiche senza mai domandare nulla di lui.
Le solite frasi, i soliti doppi sensi, i soliti tentativi di approfondire la conoscenza.
Sollevo gli occhi dal bicchiere e lo porto sui suoi, attendo qualche istante per vedere se distoglie lo sguardo quindi lancio la mia sfida:

- Stai cercando di portarmi a letto? – domando all’improvviso

Lui arrossisce, deglutisce due volte, poi conferma:
- Sì, lo ammetto!
- Cosa ti fa pensare che io sia disponibile? – poiché non risponde continuo – È per come sono vestita, per il modo di bere o perché hai notato che chi aspettavo ha cancellato l’appuntamento?

Lui arretra di un passo indeciso se andarsene o salvare in qualche modo la faccia.

- I tuoi occhi! – risponde ad un tratto.
- I miei occhi? – domando stupita – Cosa dicono i miei occhi?
- Lussuria! – risponde di rimando

Chissà come avrà fatto a vedere la lussuria nei miei occhi quando stavo pensando ad altro?

- Quindi ritieni che i miei occhi lussuriosi fossero in cerca di un uomo con sui passare la serata?
- No, vi ho solo visto la lussuria fine a se stessa e mi son precipitato per conoscerti.

Di tutti gli approcci che ho subito o cercato sino ad oggi questo si stava facendo interessante per la sua assurdità.

- Non sono libera, lo sai? Cosa ti fa credere che non stessi pensando al mio uomo?
- Strano… ti muovi come una donna senza impegni sentimentali.
- Cosa intendi dire? – domando incuriosita
- Non so… è una sensazione difficile da spiegare ma che ho colto in te. Forse è per come stai seduta, per come appoggi le labbra sul bicchiere, per come sorridi ai tuoi pensieri… sembri una donna che è abituata a decidere da sola della sua vita.
- Bella analisi, è la frase che dici a tutte oppure ti è venuta in mente per l’occasione? – certo che non lo sto aiutando.
- Mi è venuta in mente guardandoti! – sorride poi aggiunge – Posso? – indicando lo sgabello libero dinanzi a me.


Accetto e cambio espressione.

- Quindi hai pensato: “ecco lì seduta da sola una bella ragazza infedele che sta aspettando il suo cazzo di turno”? vero?

Queste parole lo sconvolgono, ho deciso di spiazzarlo e nulla di più che le frasi dirette di una donna riescono a spiazzare un uomo.

- No… io.. no!
- Ok, non hai pensato che ero una bella ragazza!
- No, non ho pensato che stessi cercando…
- Sesso?
- Sì!
- Allora perché hai attaccato discorso con me?
- Per conoscerti!
- E per portarmi a letto…
- Forse…

Sorrido e torno all’attacco.
- Quindi hai pensato che sono una bella ragazza… se escludi il resto della mia domanda rimane questo!
- Sì!
- E cosa ti ha attratto di me?

Lui sposta lo sguardo sulle gambe fasciate dalla corta gonna che scendono dallo sgabello e riconosce:

- Le tue gambe… ed il sedere!

Non riesco a trattenere una risata sensuale come mi succede ogni volta che ricevo un palese complimento.

- Queste gambe? - domando ruotando verso di lui e dischiudendole lentamente.
- Sì!
- E cosa hai pensato guardandole?
- Che sono belle, lunghe e sottili…
- E poi?
- Che….
- Avanti! – insisto fissandolo negli occhi.
- Che devono essere uno spettacolo aperte!

Questa frase provoca un immediato brivido nel mio ventre, spero non se ne accorga!
Lascio scivolare la mano sulle pelle delle cosce, all’interno attraendo i suoi occhi che guido sino all’orlo della gonna.

- Quanto aperte? – sussurro
- Il giusto. – si salva lui, ma insisto. Ora che ho iniziato a giocare non riesco più a fermarmi.
- Aperte davanti, sopra o sotto di te? – domando maliziosa
- Credo che siano spettacolari in ogni modo…
- Per quello che ci sta in mezzo immagino?
- Anche!

Oddio ho trovato un feticista dei piedi e delle gambe, penso.

- Credi che io stia pensando di venire a letto con te? – domando
- Non lo so ancora… penso che tu stia giocando con me.
- Bravo! – ammetto con un sorriso.
- Posso insistere?
- Puoi! – confermo

Mi sistemo più comoda e aspetto le sue mosse con uno strano formicolio all’inguine.

- Hai progetti per la serata? – domanda lui
- Sì, tornare a casa dal mio uomo.

Lui perde immediatamente quell’espressione sicura che aveva, quindi continuo:

- Tra almeno un’ora…
- Bene! – afferma lui con un rinnovato sorriso.
- Pensi di riuscire a sedurmi in tempo?
- No, penso che tu riuscirai a sedurre me! – afferma lui

Ma tu guarda questo…

- Cosa ti fa pensare che voglia sedurti? – domando divertita
- Il tuo desiderio di avvinghiarmi tra le gambe mentre mi muovo lentamente dentro di te… - sussurra lui.

Improvvisamente si forma nella mente l’immagine dei nostri corpi legati nell’amplesso descritto, il ventre mi si contrae più volte mentre mi chino verso di lui.

- Spinte dolci ma decise, appassionate e profonde?
- Come piace a te! – conferma lui

Ok, sono pronta!
Sento un piacevole calore nella mia zona inguinale insieme ad un doloroso senso di vuoto nel ventre.
Di nuovo in gioco, ancora una volta pronta a tradire e infilarmi nel letto di uno sconosciuto, aprire le gambe e prendere dentro di me il suo sesso sino a godere entrambi l’uno nell’altra. Allora sono proprio fatta così. Sono io ad essere perversamente troia dentro?
O semplicemente non so rinunciare al piacere, ad una nuova esperienza?
Perché mi son lasciata trascinare in questo gioco di cui conoscevo già il finale?
Perché mentre gli sorrido divarico le gambe quanto me lo consente la gonna?
Posso ancora fermarmi, posso allontanarmi, posso fare tante cose ma faccio l’unica possibile per me: scivolo giù dallo sgabello e mi porto dinanzi a lui.

- Hai un posto dove andare?
- Sì!

Prendo la sua mano e mi lascio guidare fuori dal locale mentre penso: “Luciano… mi hai solo liberata da ogni inibizione!”

Pochi istanti e sono nel suo appartamento, la mia gonna giace sul pavimento dinanzi al letto dove lui completamente nudo mi guarda mentre termino di spogliarmi.
Nuda mi pongo dinanzi in piedi e divarico le gambe tese.

- Sono queste gambe che volevi?
- Sei bellissima, tutto di te è…
- Queste gambe... - insisto carezzando l'interno delle coscie - Le apro spesso... ma non a tutti, mi vuoi?
- Vieni qui! – dice indicando il letto.

Salgo sul materasso e a carponi vado sopra di lui, mi sistemo a cavallo del suo bacino e mi appresto a scendere.

- Aspetta! – mi chiede

Rimango immobile sulle ginocchia, eretta sopra il suo sesso ad assaporare il tocco delle mani.

- Lasciati guardare prima…
- Prima di cosa?
- Prima di perdermi dentro di te…
- Guardami!

Sorrido e mi inclino verso di lui offrendo il seno alla carezze. Pare davvero estasiato da me e questo mi stupisce oltre che, naturalmente, eccitarmi.
Lentamente inizio a scendere divaricando le gambe sino a poggiare il pube sul suo sesso eretto. La pressione delle mie labbra umide che scivolano sull’asta lo spingono a gemere.

- Ora ti voglio dentro! – gemo

Porto il pube sin oltre il glande poi arretro lentamente, lo sento puntare sulla vagina, spingere e scivolare verso il punto giusto. Senza fretta attendo che mi apra leggermente quindi scivolo ancora indietro facendomi penetrare. Entra in me senza sforzo tanto sono eccitata, lo percepisco chiaramente dilatare la mia carne e colmare, finalmente, quel pietoso senso di vuoto che sentivo nel ventre. Chiudo gli occhi ed inizio a muovermi sopra di lui, mi piace!
Lui cerca la mia bocca ma non voglio i suoi baci, mi basta ciò che ho dentro e le sue mani ovunque sul mio corpo.
Dopo i primi istanti di incontrollata ricerca della sua carne dentro di me inizio a calmarmi a godermi meglio le sensazioni che provo.
Poggio le mani sul suo busto e raddrizzo la schiena senza però interrompere il movimento delle anche.

- Non volevi sentire le mie gambe avvinghiate a te mentre…
- Tutto ciò che vuoi!
- Avanti… dimmi cosa vuoi farmi!

La sua mano si porta direttamente sulle labbra della vagina aperta intorno al suo membro e lascia scivolare un dito sul clitoride.
Gemo di piacere mentre lo sento affermare:

- Godere… voglio farti godere e guardare il tuo viso mentre vieni!

Non lo posso deludere: sto godendo!
Sono in preda a violente fitte di piacere e tentata di raggiungere l’orgasmo quando mi torna in mente quell’immagine di me sotto di lui.

- Vieni sopra! Montami!

Mi sollevo e scivolo distesa sul letto. Lui geme ma poi mi cerca. Come lo sento muoversi divarico le gambe.

- Aperte così le hai sognate?
- Sì! – ammette mentre si sistema tra di esse e mi penetra.
- Sì! Dammelo tutto! - gemo di piacere

Entra in me con un deciso colpo di reni scivolando sulla mia umida lussuria (quella che vedeva nei miei occhi. Nda). Rimango immobile a godermi le sue spinte regolari poi riprendo a muovermi con lui, le ripetute contrazioni del bacino che mi fanno chiudere quando lo sento entrare generano un piacere incontrollabile in noi.

- Non ti fermare! - lo imploro
- Ti piace! - osserva lui
- Sì! - rantolo mentre lui affonda in me.
- Così? - domanda lui dopo un altro affondo deciso che mi fa sobbalzare.
- Sì! Ti voglio dentro! - gemo
- Sei splendida! - osserva lui con la voce roca
- Vengo! - urlo

Il desiderio di esplodere nell’orgasmo guida i nostri movimenti ma non prende il sopravvento sul lento e regolare ritmo che ci siamo imposti. Il piacere sale lentamente, posso, possiamo, coglierne ogni dettaglio. La pelle sudata, l’odore del nostro sesso, il suo respiro che si unisce al mio e i suoi decisi, lenti, dolci affondi nella mia carne.
Una fitta di piacere quasi doloroso tanto intenso mi fa trattenere il respiro, allora porto le gambe sui suoi lombi e le incrocio trattenendolo contro di me tanto che quasi non riesce più a muoversi. Sono io a muovermi sotto di lui sino a godere di un piacevolissimo orgasmo.

- Lasciati andare! – gemo tra uno spasmo e l’altro.

Finalmente lo sento venire, contrarsi e spingersi a fondo nel mio ventre per godere. Un onda calda si spande in me, mi invade e mi colma.

Quando rilascio la presa delle gambe lui scivola via e crolla al mio fianco con il respiro irregolare.
Volta il viso verso di me stravolto dal piacere e vi legge la stessa espressione sul mio.

- Incredibile! – lo sento mormorare.

Sorrido nel languore mentre gli occhi notano il pene rilassato, bagnato dai miei umori e dal suo seme.

- Credici! – gli sussurro.
insieme di sensazioni che mi confonde e trascina in un pozzo di cui non scorgo il fondo.

Arretro sino a poggiare la schiena sul cuscino e fisso il mio ventre, lentamente la mano scende verso il pube dove raccolgo il rivolo di sperma che fuoriesce dalle labbra e sollevo la mano mostrandoglielo.

- Credici... ti ho dentro di me!

Tradire - di Laura

Mi guardo allo specchio mentre, con il ventre incavato ed il seno spinto in vanti, mi allaccio il
Non comprendo questa sensazione, non è naturale. Se osservo i miei occhi noto l’accenno di due borse dovute alla stanchezza. Questa notte ho dormito poco, il mio uomo era finalmente a casa ed ho potuto saziare la mia voglia di lui. Abbiamo fatto l’amore per buona parte della notte, un amplesso lento, dolce, intimo come solo con lui riesco ad avere. Un solo orgasmo ci ha saziati e distrutti fisicamente.
Ora sono qui che mi preparo a tradirlo ancora una volta.
Ma come si può parlare di tradimento quando lui sa dove sto andando e cosa farò nelle prossime ore?
Lui sa tutto di me, mi conosce come nessun altro uomo mentre io non so quasi nulla di lui. Non so cosa fa quando è via ufficialmente per lavoro. Non so se ha un’altra donna o più di una, non lo voglio sapere anche se lui mi ha vista a letto con un altro e mi ha fissato negli occhi mentre godevo con il membro di un altro dentro, ha ascoltato il suono della mia voce che gli narrava ogni singola sensazione che provavo apparentemente senza emozione alcuna, senza la minima traccia di gelosia o di brama di possesso nei miei confronti. In poche occasioni ho notato una luce diversa nei suoi occhi, un sentimento per me indecifrabile che ho colto solo quando il mio ventre ha accolto il seme di un altro uomo.
Strano rapporto il nostro, forse siamo amanti o semplicemente due amici che fanno sesso.

Le calze scivolano sulle gambe e le distendo con cura, meccanicamente, mentre seguo questi pensieri. Prendo la gonna che ho scelto e sto per infilarla quando ci ripenso. La ripongo sul letto e la studio per qualche istante, è un bel capo e mi sta bene indosso ma, anche se corta, è troppo “seria”.
No, questa sera non voglio vestirmi nel solito modo.
Le calze vanno bene ma il resto no; quindi prendo un ridottissimo tanga ed una guepiere dello stesso colore. Mentre sfilo via gli elastici reggicalze sorrido. L’indosso e la stringo con cura, quindi mi guardo allo specchio; sì mi piaccio!
Cerco nell’armadio quella gonna corta che ha uno spacco al limite della decenza che non uso quasi mai, quindi una giacca leggera che non stoni con il tutto. Con la giacca aperta si nota benissimo il bustino sotto, non è la solita finta guepiere che si può indossare come una maglia, questa è diversa: più scollata con una lunga serie di lacci che la trattengono a stento e… è molto trasparente. Le coppe si possono facilmente rivoltare per trasformare il reggiseno in un balconcino, mi soffermo solo per un istante su questa ipotesi poi, sorridendo, la metto in atto. Mentre abbottono la giacchetta sento il tessuto premere sui capezzoli, una sensazione strana se penso che sto per uscire. Apparentemente elegante grazie alla giacca, ma chiaramente in cerca di sesso se ci si sofferma sullo spacco della gonna e ciò che sta sotto la giacca.
Prendo la borsetta e cerco il cellulare, mentre cerco nella rubrica mi sorge il dubbio d’aver esagerato, di essermi conciata come la donna che non sono. Compongo il numero ed attivo la chiamata video.

- Ciao amore!
- Ciao! – Risponde lui – Stai per uscire?
- Sì…
- Mmmm… fatti vedere!

Ripongo il telefono sul cassettone poggiandolo al muro in modo che rimanga verticale, quindi mi allontano di un passo e ruoto due volte sui tacchi per farmi vedere, quindi fisso maliziosa la camera e mi apro la giacca.
La sua immagine sul display è troppo piccola per coglierne l’espressione, ma so d’averlo colpito.

- Che te ne pare?
- Sei bellissima!
- Davvero?
- Sì!
- Cosa vuoi che faccia!
- Tutto!
- Come sempre. – gli faccio notare.
- Chiamami.
- In video?
- Se puoi… sì!
- D’accordo.

Mi avvicino al telefono per scollegarmi poi mi viene un dubbio.

- Tu…
- Sì?
- Tu sei solo?
- Ora sì.

E chiude così il discorso.

Esco di casa con la mente svuotata d’ogni pensiero, meccanicamente chiudo la porta a chiave e mi dirigo verso il garage senza prestare attenzione alle scale, alle porte o alla mia automobile. Come se fossi guidata da un filo invisibile raggiungo il luogo dell’appuntamento. Lui è lì che attende, apparentemente incurante di tutto il resto del mondo che gli scivola intorno, ma noto nei suoi occhi una luce quando mi vede.
Ceniamo insieme, mi porta in un locale che non conoscevo proponendomi del cibo che secondo lui dovrebbe essere afrodisiaco. Non ha ancora capito che non sono venuta per farmi sedurre ma per fare sesso con lui. Forse crede di avermi già in suo potere quando slaccio un bottone della giacca e lascio intravedere la pelle del seno, nudo, sotto. Gli sorrido e fingo di bermi tutte le sue dolci parole mentre poggio le labbra sul bordo del bicchiere.
Fa parte del gioco, del ruolo che mi spetta o che lui si aspetta da me.
La cena segue il suo naturale corso, verso il termine mi propone di terminare la serata a casa sua, bevendo qualcosa in tranquillità. Lo fisso per un lungo istante pensando che tutto sarà tranne che “tranquilla”, poi accetto sorridente e leggermente maliziosa.
Non ho affatto bevuto troppo, ma fingo una certa incertezza sui tacchi mentre usciamo dal locale. Immediatamente giunge la sua proposta di prendere solo la sua auto, più tardi mi accompagnerà a recuperare la mia.

Certo! Più tardi dopo che mi avrai avuta, dopo che mi sarò lasciata scopare da te. Questo stai pensando. Non voglio deluderlo.

La mia gonna è veramente indecente, seduta al suo fianco mi lascia completamente scoperte le gambe sin oltre le autoreggenti. I suoi occhi cadono casualmente, in continuazione, proprio sul bordo della gonna che nasconde a stento il pube mentre si lascia sfuggire un complimento sulle mie gambe. Lo ringrazio divaricandole leggermente e gli domando se davvero lo pensa. La sua risposta è esplicita quando attesa: allunga la mano destra e me la poggia sulla coscia, quindi la fa scorrere delicatamente prima di spingerla verso la gonna.
Mi piace e mi apro a lui, alla sua mano che raggiunge l’inguine soffermandosi sul delicato tessuto della mia biancheria.
Ora sa!
Sa che mi avrà questa notte.
L’effetto su di lui è immediato, ora è più sicuro di sé. Lo percepisco dal tono di voce, dai movimenti più controllati e dai suoi occhi che spudoratamente fissano a tratti le parti scoperte del mio corpo.

Posteggia l’auto e spegne il motore, quindi si volta verso di me e mi domanda ancora una volta se voglio salire da lui; come se avesse bisogno d’ulteriori conferme ha perso parte della sua sicurezza di poco prima.
Non rispondo e mi limito a fissarlo mentre torno a dischiudere le gambe, è un invito che lui recepisce prontamente. Mi poggia nuovamente la mano sulla coscia e l’accarezza sempre più intimamente sin che non raggiunge la mia calda e già umida femminilità. I suoi occhi s’illuminano e commenta qualcosa del tipo: “Allora lo vuoi veramente!”. Quasi stupito di trovarmi così umida in mezzo alle gambe.
Mi viene in mente una battuta cattiva: “È solo sudore… fa caldo questa sera” ma la tengo per me mentre infilo una mano nella borsetta e con due movimenti precisi invio una chiamata con il cellulare, quindi la sistemo con apparente noncuranza tra il cambio ed il cruscotto.
Avvicino il viso al suo e schiudo le labbra, mi bacia afferrandomi per la nuca. La sua lingua cerca insistentemente la mia, invade la mia bocca, poi si sazia e si rilassa. Il bacio diviene più lungo di quanto desiderassi ma non riesco a staccarmi, però lascio scivolare la mia mano su di lui sino al pube e la stringo sul sesso. Una gratificante erezione si delinea sotto al mio palmo, mi piace pensare che sia in atto da buona parte della serata ma mi accontento di ciò che sento. Lui geme mentre stringo e lo meno attraverso i calzoni. Quando mi sottraggo al bacio lui mi fissa, vorrebbe parlare ma non riesce, allora lo faccio io anche a beneficio di ciò che sta nella borsa.

- Dimmi a cosa stai pensando? – domando con un tono suadente.
- Hai delle labbra stupende! – Risponde riferendosi al lungo bacio.
- Ti piacciono?
- Sì!
- Ora te le faccio sentire meglio… - Prometto

In poche mosse slaccio cintura e calzoni, li calo ed estirpo il sui membro dai boxer, lo afferro con la mano destra alla base e porto il viso su di lui. Lo sento tentare una protesta, qualche timida allusione al fatto che siamo per strada, ma appena le mie labbra si poggiano sul glande geme rumorosamente prima di sospirare un: “Sei fantastica!”.
Ci metto tutta me stessa in questo improvvisato rapporto orale, lo ingoio, lo succhio, lo lecco e lo bacio mentre la mia mano si muove instancabile lungo l’asta.
Lui gode ed io mi sto eccitando sempre di più.
Cerca di fermarmi, mi prega di smettere.

- Lasciati andare… - gemo.

Un istante dopo sento il primo lungo fiotto di seme in gola, quindi seguono gli altri sottolineati dai sui gemiti e rantoli.

Sistemo con delicatezza il suo sesso nei calzoni mentre ingoio quanto mi è rimasto in bocca, quindi avvicino il viso al suo e lo bacio ancora.

- Ora andiamo su da te! – praticamente ordino.

Mentre scendiamo dall’auto senza farmi notare controllo il telefono, la chiamata è ancora attiva. La metto giù e noto il tempo di chiamata: quattro minuti e mezzo circa. Non male penso, l’ho fatto venire in meno di cinque minuti. Mi vuole davvero! Speriamo che ora duri qualche minuto in più!

Appena oltre la porta mi chiede se voglio bere qualcosa, mi aspettavo questa domanda e mentre salivo da lui mi ero preparata la risposta ad effetto:

- Mi hai appena dissetata… ora saziami... voglio il tuo cazzo!

Sussurro con la voce più sensuale che mi riesce.
L’effetto è quello che immaginavo. Lui, inizialmente sconvolto, si avvicina e mi abbraccia, s’insinua sotto la giacca e mi cinge la vita trattenendomi mentre mi bacia. Mi avvinghio sporgendo in avanti il bacino per aderire meglio al suo corpo. Mi piace questo bacio e sento che piace anche a lui, la passione si libera e prende possesso dei nostri corpi.
Lo lascio senza fiato, non che io ne abbia di più, e mi allontano di qualche passo mentre slaccio la giacca quindi mi volto. I suoi occhi si fissano sul seno nudo sopra il bustino, si avvicina mentre sussurra complimenti sul mio aspetto, quindi mi sfila la giacca e si china sul seno per baciarmi i capezzoli.
Si sta svolgendo tutto troppo velocemente e mi stupisco nel sentirmi domandare:

- Hai un letto o preferisci sbattermi qui… sul divano?
- Scegli tu! – risponde dopo un attimo d’esitazione e dopo aver fissato a lungo il divano.

Sorrido e mi divincolo dalle sue mani che ancora stringono la vita. Raccolgo la mia giacca a terra e mi dirigo verso il divano, mentre la sistemo su di una poltrona studio l’ambiente come se fossi indecisa; quindi mi volto e a rischio di rovinare la tensione erotica che si è creata tra noi domando:

- Tu che ne dici?
- Ti voglio! – risponde.
- Qui? – domando ancora mentre accarezzo la superficie del divano.
- Dove vuoi tu. – e si avvicina.

Lo fermo con un gesto.
- Spogliati! – gli impongo con un tono di voce più deciso di quanto vorrei.

Lui mi fissa negli occhi poi inizia a levarsi i vestiti, se li sfila e ripone con cura sulla poltrona vicino alla mia giacca. N’approfitto per sistemare la borsa sul tavolino e per estrarre il cellulare.
Avvio una chiamata video e posiziono il telefono sul tavolino poggiato verticale contro la borsa.

Mi volto e lui è dinanzi a me in boxer, ha davvero un bel corpo noto mentre lo studio per nulla imbarazzata. Perché dovrei esserlo quando lui per primo fissa il mio allo stesso modo?

- Questi sono di troppo! – affermo mentre mi rannicchio e gli sfilo la biancheria.

Mi trovo dinanzi al suo sesso in via di una nuova erezione nonostante il recente orgasmo che gli ho procurato. Mi lascio sfuggire un gemito di approvazione e lo brandisco portandomelo alla bocca. Lo bacio mentre con gli occhi cerco i suoi. Li vedo fissi sulle mie labbra e sporgo la lingua per raggiungere il glande. Lui geme di piacere mentre torno a succhiarlo delicatamente, lo sento irrigidirsi e tornare in piena erezione tra le mie labbra. Mi piace questa sensazione di potere che ne ricavo, continuerei così sino a farlo urlare ancora una volta ma lui mi afferra la testa e mi allontana, mi fissa per qualche istante indeciso poi lascia la presa.
Mi sollevo senza allontanare il viso dalla sua pelle, mentre risalgo faccio scorrere la lingua sul suo corpo per poi fermarmi sulle labbra. Ci baciamo ancora mentre sento le sue mani che cercano di slacciarmi la gonna, lo lascio fare sin che non mi accorgo che sta scivolando giù. Mi stacco da lui e la lascio cadere lungo le gambe, quindi la scavalco.
Lui mi fissa, studia il mio corpo richiamato dal seno e dai fianchi, quindi s’inginocchia e mi afferra gli slip per sfilarmeli. Lo lascio spogliarmi e divarico le gambe quando avvicina il viso al pube. Le sue mani scivolano sulle calze e raggiungono i glutei. Mi stringe e spinge la faccia sulla vulva. Sento la lingua che s’insinua tra le labbra, che cerca il clitoride ma sono troppo “chiusa”. Divarico ancora un po’ le gambe e finalmente la sua lingua trova ciò che cercava. Una fitta di piacere mi fa quasi perdere l’equilibrio e mi costringe a sporgere ancora di più il pube verso di lui per espormi alle sue lente leccate.
Lui insiste. Stringe sempre più forte le mani sui glutei e muove la lingua senza sosta spingendola sul clitoride. Inizio a divincolarmi, muovo il pube in modo sensuale stimolata dalle sensazioni che provo; è un messaggio che non lascia dubbi: “Ti voglio!”.
Quando penso non intenda più fermarsi lo fa. Allontana il viso e le sue mani scivolano giù, mi accarezza le gambe mentre solleva lo sguardo verso i miei occhi. Sorride alla mia espressione di piacere ed attesa, non so cosa ha in mente ma non voglio chiedergli nulla per ora. Chiudo gli occhi ed assaporo le sue carezze lungo tutto il mio corpo, passa dalle gambe sin su lungo il bustino per arrivare a sfiorare il seno; poi le mani si fermano sul pube, gioca con le labbra e le divarica, stuzzica il clitoride ed, improvvisamente, mi penetra con un dito. Lo sento entrare e piegarsi dentro di me per premere contro le pareti interne del mio corpo mentre non riesco a trattenere un gridolino di piacere. Vorrei divincolarmi e stendermi sul divano per invitarlo su di me, ma lui spinge un secondo dito dentro. Allora le mie gambe iniziano a cedere, il piacere non è così intenso ma il desiderio, quello, sì!

- Ora basta! – gemo mentre sposto la sua mano.

Arretro di qualche passo e mi siedo sul divano in attesa con le mani poggiate a lato delle gambe. Lui si alza e si avvicina con il membro che pare svincolato da ogni legame con la forza di gravità. Si pone dinanzi a me e si china per baciarmi ma lo anticipo spingendo il viso verso il suo sesso. Lo ingoio ancora scaricando la tensione che provo. Non resiste, poche languide leccate e si ritrae.

- Vieni! – lo prego mentre divarico le gambe e mi lascio cadere contro lo schienale del divano.

Un invito che comprende ogni significato di quel termine.
Lui s’inginocchia tra le mie gambe e porta il pene contro la vagina, lo poggia sulle labbra mentre il mio respiro diviene sempre più veloce, quindi lo strofina delicatamente aprendole sin che non trova che il mio caldo ventre ad attenderlo. Entra in me lentamente colmandomi. M’inarco, mentre lo sento entrare e spingo il pube verso di lui per accoglierlo completamente. Quando è tutto in me allungo le mani per trattenerlo e inizio la mia danza.

- Resta dentro, fammelo sentire! – lo prego mentre orbito il bacino contro di lui.

Lui spinge mentre assaporo la sua presenza.
Mi piace!
Inspiro a fondo quindi rilascio tutto il fiato in un gemito e rilascio ogni tensione muscolare, mi sto aprendo completamente e lui inizia a muoversi. Prima lentamente poi sempre più veloce con lunghi affondi che mi fanno sobbalzare.
Ed io mi do sempre di più, divarico ancora le gambe e mi godo i suoi sforzi sin che non inizio a sentire il bisogno d’altro. Con gli occhi scorro il suo corpo, lo guardo mentre si muove regolando con attenzione il tempo delle spinte, fisso i suoi muscoli tesi, gli addominali e scendo ancora giù sino ad osservare il suo sesso che penetra il mio. L’asta è turgida, lo sento marmoreo dentro di me, e lucida dei miei umori.

- Fermati! – lo prego, mentre spingo con le mani sul suo bacino.

Lui esce da me conscio che voglio cambiare posizione. Sospira riprendendo fiato e controllo delle sue sensazioni mentre salgo con le ginocchia sul divano e poggio le mani sullo schienale. Divarico le gambe e lo richiamo dentro di me.
Mi prende nuovamente, questa volta da dietro. Il suo sesso mi penetra senza esitazioni ora che mi conosce e sa quanto sono eccitata, aperta per lui. Entra sino in fondo in un solo istante e torna a muoversi. Ora lo sento meglio e mi eccitano le sue mani che mi afferrano con forza i fianchi mentre mi penetra. Cerco di assecondare le sue spinte, di muovermi insieme a lui e ben presto diveniamo una cosa sola.

- Toccami! – lo prego.

Sensibile al mio desiderio la sua mano scivola sulla pelle sino ad aprirsi sul bacino, mi comprime poi scende ancora cercando con due dita il clitoride. Quando lo trova una fitta di piacere mi fa urlare per incitarlo.
Mi tortura il clitoride e spinge con sempre maggiore forza dentro di me. Lo sento arrivare e divaricarmi, mi apre come se volesse entrare direttamente nell’utero tanto spinge. Mi piace, godo della sua presenza, dei suo colpi decisi e delle sue dita ora delicate sul clitoride. Non riesco a trattenermi, a pensare, a controllare il mio corpo. Ben presto rimango preda delle sensazioni che provo e, quasi passivamente, raccolgo ogni minimo stimolo mentre il piacere monta sempre di più. Quando sento l’orgasmo arrivare mi lascio completamente andare, le mani perdono la presa sullo schienale del divano e crollo con il viso sulla pelle tra i rantoli di piacere.
Non ho bisogno di pregarlo, di incitarlo a muoversi ora che sto godendo. Lui capisce, sente il mio piacere dalle violente contrazioni del ventre e le segue spingendosi dentro di me a tempo con piacere.
È un orgasmo lungo, piacevole, non molto intenso ma lungo. Temo che mi lasci sfiancata, distrutta, incapace di continuare in quest’amplesso che si sta dimostrando migliore di quanto potessi sperare.
Quando sente il mio respiro tornare regolare esce lentamente da me, mi provoca una strana sensazione il vuoto che mi lascia dentro nonostante il languore che sto provando. Mollemente mi volto per stendermi sul divano. Mi sdraio dinanzi a lui e lo fisso negli occhi, non sono necessarie parole in quanto il piacere è ancora chiaramente dipinto sul mio viso mentre ancora fremo per quanto mi ha appena fatto provare. Lui mi sorride e si siede al mio fianco accarezzandomi.
Rimango distesa a godermi le sue mani mentre gioco con il suo pene nella mia mano. Ho ancora voglia di lui.

- Baciami! – lo imploro.

Subito le sue labbra sono sulle mie, le bocche si uniscono e le lingue si cercano ricaricandoci di passione. Mi godo un lungo bacio poi, divincolandomi, lo invito a sedersi e salgo su di lui. Porto il pube a contatto del suo pene e strofino dolcemente la vulva sull’asta.

- Toglimi il bustino. – non è più una languida richiesta ma un ordine il mio.
- Non ti basta ancora? – domanda mentre armeggia con le chiusure sulla mia schiena.
- A te? – domando per risposta.
- No!
- Bene! – sospiro.

Finalmente nuda spingo il seno contro il suo viso mentre mi sollevo per cercare una nuova penetrazione, afferro il membro e me lo posiziono tra le grandi labbra. Sento che si sta aprendo la strada, oramai mi conosce, e scendo ingoiandolo nel mio ventre.
Voglio farlo godere, non cerco più il mio piacere ma solo il suo ora. Inizio a muovermi come so essere più stimolante per l’uomo sotto di me, avvolgo il suo membro con la mia carne e mi richiudo contraendo i muscoli pubici. Quindi risalgo lentamente. Le sue mani sui glutei percepiscono le sensuali orbite che imprimo al mio pube e lo eccitano più di quanto senta in realtà. Lo sento respirare sempre più velocemente, geme e spinge in alto il bacino quando scendo.

- Ti piace?- domando con una voce che tradisce la mia emozione.

Lui non riesce a rispondere ma spinge ancora più in alto il suo corpo come per entrare tutto dentro di me.

- Sì… ti piace! – osservo divertita e soddisfatta.

Sento già il suo orgasmo arrivare quando le sue mani scivolano dai glutei giù, in mezzo alle natiche, e le divaricano. Poi, con una contorsione che non oso immaginare una delle due si pone tra il suo corpo ed il mio per scovare il clitoride, l’altra spinge delicatamente un dito nel mio ano.
Sono costretta ad inarcare la schiena dall’intensa sensazione di piacere che questa mossa mi provoca.

- Bastardo… - sussurro tanto sottovoce che non può sentirmi.

Il dito nel mio ano si arcua e preme sulla sottile parete che lo separa il suo sesso che ho in pancia.. godo!
Cerco di muovermi in modo da non perdere nulla di quanto mi fa e, allo stesso tempo, di scivolare sul suo sesso in me. Non so che espressione posso avere in questo momento ma noto che mi sta guardando eccitato.

- Godo! – confermo ad alta voce.
- Anche… i…. – non termina la frase.

reggiseno dietro la schiena osservando la figura riflessa con occhio critico. Mi studio, analizzo le curve e cerco impietosa i segni di un temuto cedimento fisico. Le pelle liscia ed abbronzata mi soddisfa, mi piace la sua lucentezza, come riflette la luce della lampada quando contraggo i muscoli del bacino. Dolcemente mi accarezzo il ventre come per verificare ciò che mi dicono gli occhi, cerco di immaginare le sensazioni che può restituire questa pelle a chi l’accarezza con desiderio e penso che tra poco le mani di un uomo si poggeranno su di essa per stringermi, per avermi. Una fitta, una pressione interna quasi dolorosa, mi fa comprendere quanto ho voglia di sesso.
- Riempimi, ti prego... riempimi! - lo imploro.

In quel preciso istante lo sento inarcare la schiena e spingersi completamente dentro di me, quindi lungo l’asta del suo pene percepisco una lunga pulsione prima ancora del suo rantolo di piacere.
Il suo seme mi sta inondando e stravolta da tutte le sensazioni che ho provato in questi ultimi istanti godo insieme a lui. Un nuovo, esplosivo, orgasmo si prende la mia ragione.
Divarico per quanto possibile le gambe e premo il pube contro i suoi testicoli mentre ancora sta eiaculando. E godo!

Mi lascio cadere contro di lui che mi abbraccia, restiamo a lungo immobili cercando di riprendere le forze. Quando riesco ad allontanarmi un minimo sento la pelle rimanere aderente alla sua per il sudore dei nostri corpi finalmente sazi. Il suo sesso è ancora dentro di me, rilassato ora che ha raggiunto il suo scopo, mentre mi sollevo lentamente un rivolo di seme lo segue nell’uscita.
Istintivamente lo raccolgo con una mano ed asciugo anche quello che è rimasto sulla pelle della vagina. I miei occhi sono fissi sulla prova del nostro amplesso quando lui si rende conto che mi è venuto dentro. Allora cerca di domandarmi se questo mi sconvolge.
Non rispondo ma lo bacio con passione mentre mi allontano per cercare il bagno per darmi una ripulita prima di vestirmi.
Mentre cammino nuda verso la porta che mi ha indicato ricordo che ho lasciato il cellulare con la chiamata attiva poggiato sul tavolo dinanzi al divano, temendo che lui possa scoprire il gioco con il mio uomo torno indietro pensando ad una scusa per recuperarlo. Affacciandomi nel salotto che ha visto la nostra passione noto in lui lo sguardo di chi è stato appena colto in un atto improprio. Fingo di non aver notato la sua mano che scivolava via dal telefono fisso vicino al divano e recupero il mio cellulare insieme alla borsetta e la biancheria, quindi torno verso il bagno. Il suo gesto mi ha stupito ed incuriosita. Chi stava per chiamare?
Mi do una veloce ripulita prima di indossare la biancheria con gesti meccanici, i miei pensieri sono concentrati sull’espressione e sul fugace movimento della sua mano quando sono entrata all’improvviso nel salotto, poi noto che anche in bagno ha un apparecchio telefonico. Con estrema delicatezza sollevo il ricevitore e lo porto all’orecchio.

- … è davvero fantastica! La bocca poi… la usa un modo incredibile! – dice la voce del mio ospite
- Vero. – Conferma una voce che mi fa rabbrividire all’altro capo.
- Sai cosa mi ha sconvolto?
Il suo modo di “darsi”. La senti completamente tua… anche se sai che non è così. Il suo corpo si muove come se esistessi solo tu ma… sai che la sua anima non è lì con te in quel momento. Però da il massimo… è difficile resisterle per più di qualche minuto.
- Hai notato come si apre quando inizia a godere? – Mi sento mancare… è la voce di Luciano, il mio uomo.
- Sì… ti avvolge completamente con… il suo corpo.
- Racconta!
- Più ti spingi in lei… più ti accoglie, pare non essere mai sazia del tuo sesso.
- Gode in un modo stupendo!- sottolinea Luciano.
- Sì… diventa bellissima quando gode e… si muove diversamente in quel momento. Anche la voce cambia, diviene più calda… sensuale… non dolce ma sensuale…
- Si apre ancora di più e… diventa un lago.
- Un lago caldo! – conferma il mio ospite. - E... è avida di seme!
- Sì, non le basta mai! - conferma il mio uomo.
- Le sono venuto dentro... - ammette il mio amante di questa notte.
- Lo so, lo sapevo... - conferma Luciano - Lei lo vuole dentro, vuole sentirsi piena... sempre!
- Ma... a te non...
- Quando si fa riempire... è ancora più eccitante, quando arriva a casa con il seme di un altro dentro nel ventre... i suoi occhi hanno una luce divesa!

Poggio il ricevitore al suo posto sconvolta da quanto ho appena ascoltato. Pensavo che il gioco comprendesse non coinvolgesse consapevolmente il mio amante di questa sera, invece era tutto combinato.
Tutto quanto?
Non trovavo la risposta e non ero ancora in grado di capire se tutto questo mi offendeva o meno. Ma perché avrei dovuto sentirmi offesa dal fatto che i due uomini erano complici quando io avevo appena inviato al mio uomo in video chiamata tutto l’amplesso?
Pensavo di conoscere a fondo le regole del gioco ma avevo appena scoperto che queste regole erano leggermente più complesse di quanto immaginassi, senza dubbio il ragazzo nell’altra stanza non sapeva della chiamata video. Solo Luciano aveva la piena consapevolezza del gioco anche perché nessuno di noi in quella casa sapeva se lui si era goduto il nostro spettacolo sa solo o in dolce compagnia… questo mi dava un senso di leggero fastidio.
Controllando il mio aspetto allo specchio mi tornarono in mente i loro commenti su di me. Belle parole, senza dubbio, nemmeno troppo volgari considerato l’argomento ma… non mi andava che esaminassero le mie doti amatorie come se discutessero sulle prestazioni di un’auto sportiva.
Ma era poi in questi termini che parlavano di me?
Rimpiansi di non aver ascoltato altro, dovevo trovare la forza di andare oltre lo stupore iniziale.
Dovevo meditarci su, tralasciare le reazioni a caldo che sempre comportano una buona dose di impulsività.
Il gioco si stava facendo interessante, non ero più l’unica complice del mio uomo.